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28 Aprile

Oggi, ma nel 1917, a Borgo Virgilio, scintille provenienti da alcuni proiettili destinati a rifornire l'esercito asburgico sul fronte dell'Isonzo facevano prendere fuoco alla polveriera grande del forte austriaco di Pietole, a dieci chilometri da Mantova. Nello scoppio, che si protrasse per tutta la giornata, andarono in frantumi quasi tutti i vetri delle case del circondario, fino a Mantova. Ma la particolare architettura militare della struttura permise al forte di sprofondare (nella foto, la cortina di destra con quel che restava delle casematte) lasciando una voragine anziché saltare in aria distruggendo tutto l'abitato circostante. Per lo stato di belligeranza della prima guerra mondiale fu vietato ai giornalisti di avvicinarsi per documentare l'accaduto e questo non consentirà di avere un bilancio attendibile delle vittime, soprattutto tra i militari austriaci. Un alto numero di mantovani fu costretto a sgomberare dalle abitazioni, per timore di altre esplosioni. Il forte era stato costituito a partire dal 1808 dal generale francese Francois de Chasseloup-Laubat, inviato in Italia da Napoleone, nel piano di difesa di Mantova, insieme agli altri due forti di San Giorgio e di Belfiore. Per la vicinanza al fiume Mincio governava anche la diga limitrofa e la possibilità di allagare la zona intorno al Monte Virgilio per scopo difensivo. A Borgo Virgilio, nel 70 avanti Cristo, era nato proprio il poeta latino Publio Virgilio Marone, autore tra l'altro dell'Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche. Dal 1814, il forte era passato all'Austria che lo aveva completato nel 1834. La polveriera incriminata, invece, era stata realizzata del 1863. 

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