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28 Marzo

Oggi, ma nel 1943, a Napoli, nel porto in zona prospiciente il rione di Sant'Erasmo esplodeva la motonave da carico Caterina Costa (nella foto), 8060 tonnellate di stazza lorda, varata all'inizio dell'anno precedente per l'armatore genovese Giacomo Costa e requisita dalla regia Marina militare per le necessità della seconda guerra mondiale il 21 ottobre 1942. Nello scoppio morivano 549 persone su 600 a bordo, per lo più militari italiani, mentre i feriti erano 3mila, colpiti dalle schegge. Era stata stivata con 790 tonnellate di carburante, 900 di esplosivo, 1700 di munizioni. Inoltre aveva a bordo 43 cannoni e una quantità non precisata di fucili, carri armati, bombe varie oltre a vestiario e viveri. Era diretta a Biserta, in Tunisia, per rifornire le truppe di stanza in nord Africa. La scintilla micidiale risulterà essere stata sprigionata dai lavori di ripristino del bigo, la torre di carico. Ma l'ipotesi dell'attentato come quella del sabotaggio non verrà mai sconfessata. Nel boato colavano a picco anche i rimorchiatori Cavour e Oriente che erano accanto. La banchina sprofondava e i rottami arrivavano a colpire il Maschio Angioino nella facciata est e a scagliarsi anche al Vomero e nel centro cittadino. L'ammiraglio Lorenzo Gasparri, comandante del gruppo cacciatorpedinieri, morirà durante i tentativi di messa in sicurezza della zona portuale e verrà insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Il 28 marzo 2018, per il 75° anniversario della sciagura, una targa di commemorazione verrà scoperta in zona calata Marinella.