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29 agosto

Oggi, ma nel 2012, a Quinto di Treviso, veniva uccisa Lucia Cendron, infermiera di 57 anni, centrata da un ciclomotore Ciao Piaggio bianco da un cosiddetto "pirata della strada". La vittima era in via dei Brilli, tra Quinto e Treviso, in sella alla sua bicicletta, a poca distanza da casa, diretta alle prove del coro Cantores Pagenses che frequentava settimanalmente. Nell'impatto col motorino, che proveniva in direzione opposta, la donna beniva sbalzata e nella caduta subiva la frattura letale del rachide cervicale. Il guidatore del due ruote a motore fuggiva lasciandola agonizzante sull'asfalto.

Il "killer della strada" non verrà mai identificato e quello della Cendron rimarrà un omicidio senza un colpevole assicurato alla giustizia. Le poche testimonianze raccolte da forze dell'ordine e magistratura riferiranno di un giovane in pantaloncini e casco integrale bianco. Le tracce di dna riscontrate attraverso le macchie di sangue lasciate dall'assassino sulla bici della Cendron (nella foto) non permetteranno sviluppi e il caso verrà archiviato. Vittore Trabucco, cugino della defunta, si batterà per conservare la memoria del fatto di sangue nella speranza che prima o poi possa essere trovato il responsabile, ma anche che analoghi episodi di crudeltà non si ripetano. Anche perché il caso Cendron verrà utilizzato mediaticamente per riaccendere i riflettori sulla drammatica e crescente contabilità degli uccisi dai "gialli stradali": quelli senza un soccorritore e soprattutto senza un nome e cognome dell'esecutore materiale. Nel 2018, in occasione dell'anniversario dell'incidente mortale, nel punto incriminato, verrà apposto un cartello con la fotografia di Lucia.