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29 marzo

Oggi, ma nel 1935, a Ortona, all'imboccatura del porto, naufragava per il fortunale, il temuto vento di marzo che sferza a cento chilometri orari, il motopeschereccio San Tommaso e morivano quattro marinai. Tra questi Tommaso Massari e Giuseppe Nestore, ortonesi di 40 anni, comproprietari dell'imbarcazione, erano due decorati di medaglia di bronzo al valor militare della Grande guerra. Insieme, da marò della Marina militare, avevano salvato 15 persone il 9 novembre 1917 in zona Isola Morosini facendo la spola su un battellino durante l'alluvione dell'Isonzo. Nella loro fine nel mare di Ortona venne trascinato anche il figlio di Massari, Teodoro, di 14 anni. Il 29 marzo 1935 però la tempesta che aveva investito il medio Adriatico e particolarmente la costa abruzzese-marchigiana aveva causato complessivamente 110 vittime tra i pescatori. Altri 11 lupi di mare, infatti, avevano perso la vita a Porto San Giorgio (nella foto il monumento commemorativo ai caduti del mare in piazza marinai d'Italia), 5 a Porto Recanati (dove via 29 marzo 1935 ricorderà quel giorno), 90 ad Ancona dove erano colati a picco anche un mercantile e due battelli trascinando sul fondo i marittimi. A Porto San Giorgio in particolare, tra gli 11 erano annegati quattro componenti della famiglia Silenzi: Francesco, Luigi, Giorgio e Duilio mentre Guerriero era riuscito a salvarsi.