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29 settembre

Oggi, ma nel 1973, a Elmas, in provincia di Cagliari, facevano scalo di emergenza, per cinque ore, nell'aeroporto per rifornire di carburante il bimotore che li avrebbe portati a Tripoli, in Libia, verso la libertà, i due militanti delle Aquile della rivoluzione, organizzazione terroristica palestinese collegata a Settembre nero, Mustafà Soudeidan, di 25 anni, e Mahamud Khaldi, di 27 (nella foto, tratta dalla prima pagina del quotidiano "L'Unione sarda" del 30 settembre 1973, uno degli arabi mentre lasciava andare il copilota del velivolo).

Arrivavano in Sardegna, dall'aeroporto di Vienna, via Ragusa, in Jugoslavia, e via Palermo, in Sicilia, per soste tecniche. Nella capitale austriaca, il giorno precedente, avevano liberato tre ebrei provenienti da Mosca e diretti in Israele che viaggiavano su una carrozza ospitante complessivamente 36 cittadini russi con permesso di espatrio.

I due fedayyn avevano assaltato il convoglio ferroviario, proveniente da Bratislava, in Slovacchia, a Marchegg e nella sparatoria avevano centrato alla gola il conducente del locomotore Ferdinand Benes. I tre ostaggi erano stati rilasciati dopo l'assicurazione da parte del cancelliere austriaco Bruno Kreisky, giunta al termine di una riunione straordinaria notturna del Consiglio dei ministri, di interrompere l'accoglienza governativa degli ebrei provenienti dall'Urss e diretti in Israele.

Prima di lasciare Elmas pacificamente le trattative per evitare che i due miliziani, armati di mitra e con 30 bombe a mano, si facessero esplodere con l'aereo, erano state condotte a buon fine dal funzionario aeroportuale Onorio Carlini.