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30 Aprile

Oggi, ma nel 1980, ad Aosta, nel teatro romano, Andrea Matteucci, classe 1962 di Torino, uccide a coltellate l'omosessuale Domenico Raso che aveva tentato un approccio sessuale con lui. E' il primo omicidio dei quattro (più uno tentato) che compongono  il curriculum criminale del serial killer di Aosta. Tutti i delitti, infatti, sono realizzati in Valle d'Aosta e salvo quello di Raso, coinvolgono prostitute di strada, che prima utilizza per avere rapporti intimi poi tenta di redimere dalla via del sesso a pagamento. A Brissogne, nel 1992, uccide la torinese Daniela Zago di 31 anni. A Chambave nel 1994 la nigeriana Clara Omarei Bee di 26. A Nus, nello stesso anno, tenta di far fuori un'altra africana, Lucy Omon, che però riesce a liberarsi. Ad Arnad uccide l'albanese Albana Dukoni di 20 anni. Tutte le donne vengono ripetutamente accoltellate, finite a colpi di pistola, sezionate minuziosamente e bruciate. La magistratura arriva a lui solo perché indirizzata, in forma anonima, dai protettori delle lucciole rimasti senza le loro donne. Tra il primo omicidio e il 1983, Matteucci svolge il servizio militare di leva come paracadutista della Folgore e si congeda col grado di caporal maggiore. Ritenuto semi infermo di mente, il 26 giugno 1995 viene arrestato (nella foto) e, dopo la confessione, il 16 aprile 1996 condannato a 28 anni di carcere. Esce nel marzo 2017 per entrare in un ospedale psichiatrico giudiziario e scontare altri tre anni. Stando alla sua versione dei fatti, resa durante le varie deposizioni, il rapporto disturbato con le donne e più ampiamente con il sesso sarebbe derivato da una infanzia difficile: abbandonato dal padre nell'anno della sua nascita, era cresciuto in strutture di affidamento e poi con la madre prostituta che lo faceva assistere durante gli incontri con i clienti (incluso uno da lei evirato per ritorsione).

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