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31 GENNAIO

Oggi, ma nel 1944, nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, i nazisti uccidevano in un camera a gas Arpad Weisz, 48 anni, allenatore di calcio ebreo ungherese. Era stato vincitore di tre scudetti nel campionato italiano, autore con il giornalista Aldo Molinari dello storico "Manuale del giuoco del calcio" del 1930 e scopritore del talento calcistico di Giuseppe Meazza all'Inter. La moglie Ilona Rechnitzer, anche lei ebrea ungherese, e i figli Roberto e Clara erano già morti in prigionia a Birkenau nel 1942. Il mister magiaro aveva portato alla conquista del campionato tricolore l'Ambrosiana di Milano nel 1930 (divenendo l'allenatore più giovane d'Italia vincitore del campionato nazionale) e per due volte il Bologna: nel 1936 e nel 1937. Con la squadra di Renato Dall'Ara (nella foto il tecnico in maglia bianca a maniche corte accanto al presidente) aveva trionfato anche nel Torneo dell'esposizione universale di Parigi del 1937. Poi nel 1938 era stato costretto dalle leggi razziali fasciste a lasciare l'Italia iniziando, attraverso Parigi e Dordrecht nei Paesi bassi, il calvario che lo condurrà ad essere un'altra vittima dell'Olocausto. In Italia era stato seduto sulla panchina anche dell'Alessandria (1925- 1926), dell'Inter (1926-1928 e 1932-1934), del Bari (1931-1932) e del Novara (1934-1935).