#TODAY

31 Luglio

Oggi, ma nel 1981, a Roma, nella zona nota come Tomba di Nerone, l'esponente dei Nuclei armati rivoluzionari Giorgio Vale, "mulatto" romano, classe 1962, di padre eritreo, uccideva con un colpo di pistola l'altro militante dei Nar Giuseppe De Luca, detto "Pino il calabro", ritenuto un traditore nell'area dei "neri" extraparlamentari. A coprire l'agguato, avvenuto in casa di De Luca, c'era Francesca Mambro, nata a Chieti nel 1959, una delle principali animatrici dell'organizzazione neofascista insieme con Giuseppe Valerio "Giusva" Fioravanti, che diverrà suo marito. La Mambro verrà condannata a uno dei suoi otto ergastoli, anche per il delitto De Luca. "Pino" aveva sottratto soldi dei Nar ad Alessandro Alibrandi, durante un viaggio in Costa Azzurra facendo credere di essere diretti a Montecarlo per acquistare armi, e poi se n'era vantato con altri camerati. L'omicidio De Luca rientrava appieno nel periodo di auto-giustizia interna all'ambiente di estrema destra eversiva. Il 6 gennaio 1981 era stato ammazzato Luca Perucci. Il 13 aprile dello stesso anno Ermanno Buzzi. Dopo De Luca, l'8 luglio 1982, toccherà a Mauro Mennucci rimetterci la vita. Il 10 agosto successivo sarà la volta di Carmine Palladino. Vale, a vent'anni, da latitante ricercato, troverà la morte nello scontro a fuoco con agenti della Digos della Polizia nell'appartamento di via Decio Mure 43, al Quadraro nella Capitale, il 5 maggio 1982 (nella foto, un particolare della notizia pubblicata dal quotidiano Il Tempo il giorno successivo). La fine di Alibrandi, invece, sarà datata 5 dicembre 1981, ugualmente in una sparatoria con poliziotti, alla stazione ferroviaria di Labaro, sulla via Flaminia romana.

@RIPRODUZIONE RISERVATA