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31 ottobre

Oggi, ma nel 1918, quindi cento anni fa, a Pola, gli ufficiali della Regia Marina militare Raffaele Paolucci e Raffaele Rossetti (nel disegno) minavano la Viribus Unitis. La corazzata ammiraglia austro-ungarica sarebbe colata a picco alle 6,40 del giorno dopo trascinando sul fondo del porto 300 marinai asburgici, in prevalenza croati, e il loro comandante Janko Vukovic de Podkapelski. I due uomini-rana erano in realtà un tenente medico di Orsogna, classe 1892, e un ingegnere col grado di maggiore del genio navale nato a Genova nel 1881. Affondarono la nave col motto del defunto imperatore Francesco Giuseppe con una torpedine semovente "S.2", che passerà alla storia come "mignatta", ideata e costruita da Rossetti nell'Arsenale di La Spezia. L'impresa di Pola, 48 ore prima della resa asburgica di Villa Giusti, simboleggerà il riscatto dell'armata di mare italiana dall'onta di Lissa. I due incursori, che meriteranno la medaglia d'oro al valor militare, avranno vite diversissime anche se per tutti rimarranno gli affondatori. Paolucci, chirurgo del torace di fama internazionale, sarà vicepresidente della Camera dei deputati rappresentando la componente nazionalista e monarchica del fascismo. Il repubblicano Rossetti, col movimento "Italia libera" prima e con "Giustizia e libertà" poi, sarà l'emblema dell'antifascismo fuoruscito in Francia, tirerà a campare facendo il tipografo clandestino e nel 1936 verrà persino privato da Mussolini della massima onorificenza conquistata nelle gelide acque dell'Adriatico.