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4 Settembre

Oggi, ma nel 1953, a Terni, la città si paralizzava per lo sciopero generale di 24 ore a sostegno dei lavoratori delle acciaierie a rischio licenziamento. L'astensione dal lavoro toccò il 90 per cento con la punta del 99 nella fabbrica (nella foto) in pericolo esuberi. La città umbra era presidiata dai celerini. Si tenne l'assemblea voluta dalle sigle sindacali al teatro Giuseppe Verdi per chiedere aiuto al governo presieduto dal democristiano Giuseppe Pella dal 17 agosto precedente. Intervennero, tra gli altri, anche il sindaco Luigi Michiorri, il deputato socialista Lionello Matteucci e il segretario della commissione interna delle acciaierie Emilio Secci. C'erano state altre due giornate di protesta: il 12 dicembre 1952 e il 5 febbraio 1953. Erano stati già rispediti a casa mille operai (700 licenziati e 300 avevano accettato la pensione anticipata). Altri 2mila dipendenti su 6mila erano in bilico. La serrata non servirà a scongiurare il pericolo: il 16 ottobre l'azienda siderurgica nata nel 1884 procederà ad effettuare i 2mila tagli annunciati complicando ulteriormente la situazione economica della zona.

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