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5 Febbraio

Oggi, ma nel 2017, a Bassano del Grappa, moriva a 80 anni, Lino Manfrotto (a destra, nella foto con Gilberto Battocchio), considerato il padre del treppiedi fotografico. Di fatto, si chiudeva un'epoca per i professionisti e amatori della fotografia. Aveva fondato l'azienda di Cassola di Vicenza, che porta il suo cognome (e che diverrà leader mondiale coprendo il 30 per cento dei cavalletti da fotografo venduti nel globo a marchio Manfrotto ed esportando il 95 per cento della produzione), nel 1972, dopo l'incontro con il metalmeccanico Battocchio, classe 1941. Fino ad allora aveva, a partire dagli anni '60, escogitato soluzioni artigianali e pionieristiche nel suo garage per semplificarsi il lavoro quotidiano da fotogiornalista al Gazzettino e al Giornale di Vicenza dove aveva iniziato a fotografare a 16 anni. Le sue trovate erano piaciute ai colleghi e aveva cercato di replicare i primi pezzi unici. Nel 1974, era nato Superclamp e l'anno successivo Autopole, due prodotti che oltre a cambiare il modo di scattare immagini verranno anche esposti al museo Moma di New York come pezzi di design made in Italy. Del '74 era anche il primo treppiedi prodotto su scala industriale. Dal 1989, i prodotti Manfrotto per la fotografia e l'illuminazione, quindi non più solo supporti per macchinette, erano distribuiti dal gruppo britannico The Vitec group pic quotato alla borsa di Londra.

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