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5 giugno

Oggi, ma nel 1947, nella frazione di Toiano del Comune di Palaia in provincia di Pisa, nella zona chiamata Botro della Lupa, Antonio Orlandini rinveniva il cadavere della figlia Elvira di 22 anni riversa in una pozza di sangue e con diversi segni di coltellate. La ragazza, domestica nella casa della notabile famiglia Salt di origine svizzera, presumibilmente era stata sgozzata in giornata, durante la processione del Corpus Domini, mentre era andata a prendere l'acqua alla fonte. Le altre pugnalate le erano state assestate quando già era morta dissanguata. L'arma del delitto non verrà mai ritrovata e neppure il vero colpevole. Non essendo conveniente addossare una eventuale responsabilità al rampollo Salt (che oltretutto proverà di essere stato a Roma nel giorno incriminato) verrà tenuto in stato di fermo per due anni, come principale indiziato dell'omicidio, il fidanzato Ugo Ancillotti, veterano della Seconda guerra mondiale, coetaneo della fanciulla, che spaccherà l'Italia in due tra innocentisti (nella foto uno dei cartelli comparsi a Toiano durante le udienze) e colpevolisti nel corso di un processo, che verrà celebrato nel 1949 prima a Pisa e poi sposato a Firenze per ragioni di sicurezza dovute al grande risalto mediatico addirittura internazionale. Alla ricostruzione del fattaccio si mescoleranno chiacchiere su un misterioso amante di Elvira alimentate dalle convinzioni del tempo e dell'ambiente ristretto di quella fetta di provincia Toscana. Alla fine Ancillotti che era prossimo alle nozze con la "bella Elvira", come la chiamavano i concittadini, verrà scagionato per insufficienza di prove. Morirà il 30 marzo 2013 a 91 anni ancora puntualizzando la propria innocenza.