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5 Settembre

Oggi, ma nel 1900, a Parigi, al velodromo di Vincennes, Enrico Mario Brusoni (nella foto, a sinistra in maglia bianca), detto Ernesto, vinceva la medaglia d'oro olimpica nella prova individuale a punti di ciclismo su pista, con 21 punti totali. La medaglia più preziosa, che era anche la prima per la delegazione italiana a cinque cerchi, gli verrà riconosciuta dal Coni, il Comitato olimpico nazionale, ma non anche dal Cio, quello internazionale, solo nel 2000. Quindi morirà nel 1949 senza sapere di essere un oro olimpico. Classe 1878, di Arezzo, anche se residente a Bergamo, dove si allenava in piazza Castello, fino alla fine dei suoi giorni, aveva vinto la Coppa del re nel 1898 come dilettante e nel 1899 aveva stabilito il record azzurro di velocità dietro alla moto con 54,78 chilometri orari. Passerà professionista nel 1902 e lo rimarrà fino al 1904. Nella sfida parigina, che alcune fonti daranno erroneamente per disputata il 15 settembre, erano scesi nell'ovale 13 pistard provenienti da Francia, Germania e Italia. La gara era su 25 chilometri da compiersi in 10 giri con punti assegnati allo sprint in ogni passaggio più la volata conclusiva. Brusoni si era piazzato davanti al tedesco Karl Duill, giunto a 9 punti, e al transalpino Louis Trousellier, sempre a 9. Brusoni aveva avuto la meglio nel 2°, 3°, 5°, 8° sprint più quello finale. Gli altri connazionali impegnati nella sfida, pur non riuscendo a raggiungere risultati degni di merito, erano Giacomo Stratta e Luigi Colombo.

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