TODAY

6 agosto

Oggi, ma nel 2005, a 12 miglia nautiche dalla costa di Palermo, in corrispondenza di Capo Gallo, in direzione dell'aeroporto di Punta Raisi, ammarava nel tentativo di fortuna il volo Tuninter 1153, linea charter su Atr 72 della compagnia tunisina Tunisair da Bari a Jerba. L'impatto avveniva a 233 chilometri orari perché dopo 50 minuti di volo si erano spenti entrambi i motori in seguito all'esaurimento del carburante non notato dal personale per malfunzionamento dell'indicatore di bordo e dei sensori nel serbatoio. Tecnicamente, appureranno la magistratura e l'Agenzia nazionale di sicurezza sul volo, era stato installato l'indicatore dell'Atr 42, simile, ma non adatto all'Atr 72. Dei 39 passeggeri, tutti italiani, diretti in vacanza, e dei 4 componenti l'equipaggio, morivano 16 persone. I 23 sopravvissuti riuscirono a cavarsela perché l'aereo, nonostante si fosse spezzato in tre tronconi, rimase a galla nella parte centrale con le ali (nella foto) che, in assenza del carburante funzionarono da grande zattera. Nell'aprile 2013 la Corte di cassazione confermerà la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione (sostanzialmente le pene più pesanti inflitte nel processo che coinvolgerà anche i vertici aziendali) per il comandante Chafik Gharby e per il copilota Ali Kebaier che in primo grado, il 23 marzo 2009, erano stati condannati a 10 anni di carcere. Ma di fatto nessuno dei due sconterà in cella.