TODAY

8 agosto

Oggi, ma nel 1991, a Bari, attraccava d'emergenza la nave mercantile "Vlora", battente bandiera albanese, partita da Durazzo il giorno prima con 20mila profughi (nella foto) in fuga dal Paese delle aquile. Era il carico umano di migranti più ingente mai arrivato su un'unica imbarcazione in Italia. Erano disperati alla ricerca di una soluzione migliore rispetto alle condizioni di vita garantite dal regime comunista albanese in dissoluzione dopo la morte di Enver Hoxa dell'11 aprile 1985. La "Vlora", comandata da Halim Milaqi, era tornata a Durazzo da Cuba, dove all'Avana era stata riempita di zucchero di canna, ed era stata costretta a partire per l'Italia con la forza della folla in rivolta. A Bari fu fatta attraccare al molo Carboni, il più distante dal centro cittadino, per paura delle contaminazioni. A Brindisi, il viceprefetto di allora Bruno Pezzuto aveva negato il permesso di entrare in porto. A Bari parte dei profughi fu caricata sul traghetto "Tiziano" (per anni ormeggiato nel porto di Pescara per fare la spola con la Yugoslavia) parte letteralmente rinchiusa, perché furono addirittura serrati i cancelli, nello stadio della Vittoria con i rifornimenti di viveri gettati dall'alto dai Vigili del fuoco in attesa di un soluzione di accoglienza. Ne scaturì una polemica politica che coinvolse le istituzioni locali e nazionali fino al livello massimo del Governo presieduto dal democristiano Giulio Andreotti. In occasione del 28° anniversario del viaggio della speranza (o della disperazione) dell'8 agosto 1991, la sezione barese dell'Associazione nazionale radioamatori manderà nell'etere, grazie al contributo tecnico di Stefano Straziota, e col patrocinio dell'amministrazione municipale barese, il messaggio di sensibilizzazione umanitaria, in codice Morse, amplificato per tutto il globo, con le parole dell'allora sindaco di Bari Enrico Dalfino: «Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro. Noi siamo la loro unica speranza».