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8 Luglio

Oggi, ma nel 1919, a Milano, nella sede dell'associazione cittadina capomastri di via Felice Cavallotti, 60 ex alpini reduci della Grande guerra fondavano l'associazione nazionale alpini nominando come primo presidente il maggiore Daniele Crespi e come suo vice il capitano Arturo Andreoletti. A settembre, il maggiore Carlo Carini prenderà il posto di Crespi e, nel gennaio 1920, si avvicenderà con Andreoletti che rimarrà in carica tre anni e sarà il colui che fornirà il vero indirizzo iniziale. La prima sede, provvisoria, è in una sala del ristorante Grande Italia situata a poca distanza dal Duomo. L'organizzazione della nascita dell'8 luglio era stata preparata in una serie di incontri preliminari tenuti nella birreria milanese, Spaten brau, di proprietà di un ex alpino, Angelo Colombo, insieme ad Andreoletti e al colonnello Ugo Pizzagalli, che era anche il segretario generale del Comune e quindi portava il consenso dell'amministrazione municipale meneghina. La rivista ufficiale sarà "L'Alpino", a partire dal 5 gennaio 1920. Ma il primo numero, ancora sganciato dall'Ana, risaliva al 24 agosto 1919, pubblicato in 2mila 500 copie di tiratura, ad opera del colonnello Costantino Cavarzerani, a Udine. Prima ancora, il periodico era stato preceduto da due numeri unici: "Fiamme verdi" e "Ocio alla penna", che annoveravano, tra le firme, Ivanoe Bonomi, Giuseppe Bevione e Guido Rey, esperti di politica, scienza militare e alpinismo. La prima adunata degli aderenti, con convegno annesso, verrà effettuata sull'Ortigara, dal 5 al 7 settembre 1920, con la partecipazione di 2mila scampati al fronte. A fine 1919, gli iscritti risulteranno 800, che saliranno a 2mila 800 a fine 1920, a 5mila nel 1921, a 8mila nel 1922. A differenza del Club alpino italiano, fondato da Quintino Sella a Torino, nel 1863, l'Ana era una struttura meno borghese ed elitaria e abbracciava sia ex combattenti sia appassionati di montagna appartenenti a categorie sociali e d'istruzione più ampie. Il 29 aprile 2019, l'Istituto poligrafico e zecca dello Stato emetterà la moneta commemorativa del centenario (nella foto), realizzata su bozzetto di Silvia Petrassi, dal valore nominale di 5 euro, costo reale di 25. Dal 10 al 13 maggio 2019, ci sarà, nel capoluogo lombardo, l'adunata dei cento anni delle penne nere che conterà la partecipazione di 500mila persone rispetto ai 350mila soci sparsi su livello nazionale.

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