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8 Maggio

Oggi, ma nel 1848, a Cornuda, nel regno Lombardo Veneto (oggi provincia di Treviso), le truppe comandate dal generale Andrea Ferrari venivano sconfitte, per netta inferiorità numerica, dall'esercito asburgico agli ordini del generale Laval Nugent von Westmeath. Sulla linea del Piave, da un lato, erano schierati 3mila patrioti volontari insieme a mille dragoni pontifici; dall'altro, 22mila soldati regolari austriaci. Verrà considerato come il primo conflitto (nella foto, particolare del quadro del pittore locale Gaetano Fabris, olio su tela, della carica a cavallo dei primi 40 dragoni pontifici inviati al massacro, conservato nella stanza dell'ufficio del sindaco nel Municipio di Cornuda) combattuto in nome dell'Italia in quanto gli uomini di Ferrari si erano spontaneamente inseriti nelle file dei combattenti votati a respingere, ad ogni costo, l'assalto straniero nel contesto risorgimentale della prima guerra d'indipendenza. Anche le guardie vaticane erano in armi per libera scelta dopo aver disatteso l'ordine impartito da papa Pio IX di disinteressarsi dello scontro e ritornare nelle caserme. Di fatto, la Chiesa romana si trovò a battagliare contro Vienna in nome dell'Italia ancora esistente. E fu una carneficina. Il giorno successivo, l'Austria isserà la propria bandiera su Cornuda occupata.

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