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8 settembre

Oggi, ma nel 1974, a Roma, nel popoloso quartiere di San Basilio, durante gli scontri tra residenti occupanti e forze dell'ordine per la destinazione degli appartamenti popolari, veniva ucciso da un proiettile vagante, presumibilmente sparato dagli agenti, il militante di Lotta Continua Fabrizio Ceruso, di 19 anni, di Tivoli. La sommossa popolare era scoppiata in seguito a problemi burocratici da parte dell'Istituto autonomo case popolari che di fatto aveva favorito i cittadini delle zone Villa Gordiani e Tiburtino III a discapito di quelli di San Basilio nella "lotteria" degli alloggi. Nella sola giornata dell'8 settembre, la più dura dell'intera settimana di lotta, andata avanti a colpi di sanpietrini e pali divelti, contro poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, oltre al morto Ceruso (nella foto uno dei cortei, organizzati dai comitati operai, in suo onore di quei giorni di settembre 1974), si contavano 47 uomini in divisa feriti.

Il giorno successivo, il 9 settembre, i rappresentanti della forza pubblica, costretti ad asserragliarsi nel campo di calcio del rione per sfuggire la furia del popolo, si ritireranno. Il dietro-front arriverà per ordine diretto del ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani. Come conseguenza al crescente malumore dopo l'omicidio Ceruso la Regione Lazio riconoscerà l'assegnazione degli alloggi Iacp agli occupanti insediatisi prima dell'8 settembre. La "battaglia" di San Basilio, così verrà tristemente ricordata, diverrà iconica dello scontro tra disperati in cerca di un buco in cui dormire e braccio armato dello Stato. E dal punto di vista storico-mediatico diverrà universalmente nota anche grazie alle fotografie scattate dal giovane Tano D'Amico che immortalerà i momenti salienti della cosiddetta stagione degli anni di piombo.