Una delle opere di Caravaggio esposte alla mostra milanese "Dentro Caravaggio"

TURNO DI NOTTE

Chi cerca santi lasci perdere Caravaggio

Alle mostre d'arte, ormai, andiamo con la stessa compunzione con la quale i nostri padri e nonni entravano in un santuario. La pittura e la scultura incutono oggi la riverenza un tempo destinata al culto dei santi. Se ne accorge facilmente chi, in questi giorni, visiti la grande mostra di dipinti di Caravaggio ospitata a Palazzo Reale a Milano. Nel buio violato solo da pochi fasci di luce che riecheggiano quelli dell'arte del pittore lombardo, i visitatori si incantano davanti ai quadri dove prostitute impersonano madonne e maddalene, marchettari danno i volti a giovanni battisti e angeli. E' un singolare contrasto fra l'asettico mondo di chi guarda le opere e il tumultuoso e violento universo umano che Caravaggio vi traspone. Viene da pensare che nessuno di questi visitatori di cinque secoli dopo vorrebbe mai avere a che fare con il pittore che visse fra bettole, accoltellamenti e rocambolesche fughe dai ceppi. Nè lo stesso Caravaggio si mischierebbe mai a queste educate folle che ne riveriscono l'arte fingendo che essa non nasca dal sangue e dal sudore di una vita violenta. Se Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, mettesse piedi oggi a Palazzo Reale, non è escluso che penserebbe a come borseggiare i suoi postumi adoratori. E filarsene via in tutta fretta con i loro portafogli.

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