TURNO DI NOTTE

Gli orsi e noi

I simboli, si sa, sono fatti per essere amati. E l’orso è un simbolo dell’Abruzzo. Ne rappresenta un pezzo di anima, la scorza dura, poco incline alle smancerie, selvatica a volte. L’amiamo anche per questo, specchiandoci nella sua scontrosa vitalità. E, sì, perché l’orso è un animale selvatico. Si possono amare anche gli animali selvatici? Sì, purché non dimentichiamo che sono quella cosa lì: selvatici. La tentazione di fare finta che siano qualcosa di diverso, di assimilarli ad animali domestici e trattarli come il cane o il gatto di casa, è forte e dipende dal modo in cui siamo cresciuti, ex bambini che con la selvatichezza della natura intrattengono un rapporto equivoco e men che saldo. Confondiamo, insomma, gli animali veri con quelli che hanno accompagnato la nostra infanzia, lasciando in noi un duraturo imprinting, quelli introdotti dalla sigla dei cartoni di Hanna e Barbera o dei Warner Bros. Gli orsi - quelli veri dei nostri boschi e dei nostri monti - non sono quelli dello Yellowstone Park in cui Yoghi e Bubu scorazzano in cerca di cestini del picnic. Sono un’altra cosa. Hanno la forza della realtà e della verità della natura, e meritano, per questo, un amorevole ma cauto rispetto.

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