I ruderi e il malaffare

Su Facebook è apparsa una nota di una signora di un piccolo paese dell'entroterra aquilano dove il terremoto ha fatto pochi danni.
Leggete cosa dice: "Scrivo da un paesino del cratere Aquilano. Si sono costituiti diversi aggregati per la ricostruzione. L'aggregato dove ho casa io, non ha subito danni e per questo non si è ancora costituito. Esistono però nell'aggregato 3 ruderi e a memoria dei miei 48 anni sono sempre stati ruderi, senza proprietari. Ricevo una telefonata da un geometra che mi invita in maniera pressante a firmare per la costituzione dell'aggregato, rispondo che non ci sono case terremotate, almeno non del terremoto del 2009, mi si risponde: "Che si vuole lasciare sfuggire questa occasione di restituire decoro a tutto l'aggregato e magari vedere la sua casa riverniciata di fresco?" Rispondo che non avrà mai la mia firma e che farò un esposto alla procura della Repubblica affinché i soldi dei terremotati non debbano servire a ricostruire qualcosa che non c'è mai stato, case fantasma prive di utenze e di padroni fino a ieri, e frutto di speculazioni truffaldine per ricavarne una seconda casa per le vacanze, da affittare. Chiedo ai miei contatti aquilani di aiutarmi in questa lotta al malaffare".
 
Ecco dove il 10-20 per cento dei soldi  dello Stato va a finire: a rifare villette laddove per decenni ci sono stati dei ruderi.