Kim Jong un, presidente della Corea del Nord

CARTA MONDO

La vera natura del potere è l'ignoranza

“La grande maggioranza degli uomini vuole essere ingannata sulla natura del potere”. Questa frase la leggo sul Domenicale del Sole 24 in un ricordo dello storico Pietro Melograni scritto da Arnaldo Massarenti. La citazione è tratta dal “Saggio sul potere” uscito 40 anni fa. Leggiamo ancora Melograni: “Gli uomini immaginano che i governanti esercitino il pieno controllo sulla politica, sull’economia, sulle burocrazie, sugli apparati militari. Ma si ingannano. La realtà del potere è diversa dalle apparenze. Un capo conosce molto poco il mondo che lo circonda, e molto poco riesce a trasformarlo. Quanto più grandi sono le responsabilità che un capo si assume, tanto più grandi sono gli ostacoli che egli incontra nel conoscere e nell’agire”. In un mondo dominato dalla politica muscolare di Trump, dagli echi delle passioni per le piccole patrie che arrivano dalla Catalogna, dagli anacronistici rituali nucleari della Corea di Kim, dalle paure per il futuro dell’Europa per le folle che si appressano ai suoi confini, le parole di Melograni ci invitano a contare soprattutto sulle nostre forze e sull’agire individuale, perché, sempre Melograni, “la rassicurazione creata dalla figura del capo è sempre fragile e precaria”. A sostegno di questa tesi Massarenti cita Paul Valery: "Non si può fare politica senza manifestare il proprio giudizio su questioni che nessun uomo assennato può dire di conoscere". Un monito analogo, ma destinato alla figura dell’esperto, altro totem dei nostri tempi, lo troviamo aprendo le prime pagine del Decamerone, dove Boccaccio parla della “ignoranza de’ medicanti” di fronte alla peste che sta sconvolgendo Firenze. E dove soprattutto racconta del “numero divenuto grandissimo” di scienziati, “sia di femine che di uomini, senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai”.