TURNO DI NOTTE

Manzi, il maestro che ci servirebbe oggi

Il 4 dicembre di vent’anni fa moriva Alberto Manzi, il maestro che in televisione insegnava a leggere e scrivere. A lui la Rai dedicherà un programma che andrà in onda oggi alla mezzanotte e domani in replica in diversi orari. Tutto sul canale di Rai Storia, quello che più si addice a Manzi che, con il programma “Non è mai troppo tardi”, fra il 1960 e il 1968, fece la storia non solo della televisione ma dell’Italia. Questo romano paziente e dalle buone maniere antiche insegnava a leggere e scrivere in un Paese che nel 1960 aveva ancora l’8,3 per cento della popolazione analfabeta (in Germania e in Inghilterra era solo l’1 per cento). Sembrava uno di quegli zii giovani che, d’estate, portava in gita i nipoti per rompere la monotonia di lunghe e vuote vacanze. Eppure non era ai ragazzi che si rivolgeva quando disegnava una mela su un foglio bianco e le accostava, in un corsivo d’altri tempi, la parola che la indicava: mela. Le sue lezioni, infatti, erano per gli adulti, per quegli italiani che volevano salire almeno di un gradino la scala della dignità umana e sociale. A rivederle oggi, quelle lezioni, viene da pensare che servirebbero ancora perché con il loro amore per la lingua semplice e concreta ci aiuterebbero a fare piazza pulita degli astratti furori lessicali che avvelenano le nostre conversazioni. E ricordarci che una rosa è una rosa e solo una rosa.

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