Post sisma, una commissione di indagine

La bufera politico giudiziaria che si è scatenata in questi giorni su alcune frasi (intercettate) di un ex politico comunale relative alla vicenda puntellamenti post sisma (costo 250.000.000 di euro) ha provocato molte reazioni compresa quella inviperita del primo cittadino dell'Aquila.

La necessità che si faccia chiarezza su quella vicenda (puntellamenti) e su ciò che ne è seguito sembra cosa auspicata  da tutti. In Parlamento c'è chi chiede da tempo una commissione di indagine ma finora non si è visto nulla.

Allora perchè invece di parlare più o meno a vanvera non si promuove la costituzione di una commissione comunale che al massimo entro l'estate del 2016 (le elezioni amministrative sono nel 2017)  indaghi con i mezzi che gli sono propri e tiri fuori una dettagliata relazione? Si dirà che mettere in mano la questione agli stessi politici che sono stati protagonisti delle vicende oggetto di indagine è tempo perso e magari alla fine ne verrebbero fuori solo veleni da sfruttare in campagna elettorale. Si potrebbe però costituire una commissione super partes anche esterna al consiglio (se i regolamenti comunali lo permettono). Sarebbe  interessante, soprattutto per i cittadini, seguire le audizioni e le valutazioni dei vari protagonisti. Ne verrebbe fuori quantomeno una riflessione a freddo (anche se sono passati meno di sette anni) che potrebbe essere la base per ricostruire (i termini ricorrono) la storia del  post sisma aquilano dai primi momenti a oggi. I giudici, come noto, devono guardare alle singole responsabilità e punirle se accertate in dibattimento.  Una commissione comunale (in un tempo massimo di sei mesi) potrebbe invece fare delle valutazioni (politiche ma non solo) più ampie. Una sorta di confessione pubblica che nell'anno del Giubileo non sarebbe male.  Poi si vedrà chi merita l'indulgenza.