Un palazzo e la cresta sui fondi

Immaginate un grande palazzo settecentesco nel centro storico dell'Aquila. Prima del sisma già aveva qualche problema dovuto al tempo. Nel piano terra tanti negozi (in affitto), sopra qualche appartamento abitato da famiglie.   Arriva il terremoto e viene richiesto allo Stato un indennizzo di quasi 24 milioni che potevano diventare anche  di più per ulteriori interventi  su elementi architettonici di particolare pregio  (in altri casi, sempre all'Aquila, è successo). Una cifra enorme se si pensa che per rifare le frazioni dell'Aquila  più colpite dal sisma (per esempio Onna, Tempera, San Gregorio, Bazzano)  si spenderanno in media dai 60 agli 80 milioni. Oggi la magistratura scopre che almeno 900.000 mila euro di quel denaro non era dovuto e ora sono finiti sotto inchiesta ditta e proprietari. Su questo blog la vicenda di quel palazzo e dell'enorme  esborso di denaro pubblico per un palazzo privato (se pur vincolato) era stato segnalato più volte. L'inchiesta farà il suo corso ma oggi emerge quantomeno un malcostume che conferma che la notte del terremoto a ridere (se pur metaforicamente) non era solo il noto imprenditore Piscicelli. Alla faccia delle 309 vittime e del dolore infinito di chi è condannato a vivere.