Vado controcorrente. Non accontentatevi, godetevi la vita

Chi si accontenta gode. Nemmeno tanto però. Sembra che il vecchio adagio che ci hanno ripetuto fin da bambini, non sia poi così funzionale al nostro benessere psico-fisico. Non chiedere troppo ci sta, ma accontentarsi di un partner che non ci rende felici, di un lavoro che detestiamo o di un vestito che ci piace a metà, porta la nostra autostima a livelli così bassi che rischiamo di essere investiti da un coleottero!

Ma allora, perché lo facciamo? Secondo gli esperti, accettare o meno una cosa o una situazione, dipende proprio dal grado di autostima che ci contraddistingue nella nostra vita, o in quel preciso momento: più la stima nei confronti di noi stessi è bassa, più ci accontentiamo. E' a questo punto che non posso evitare di raccontarvi la storia di Saretta, che mi ha scritto chiedendomi un consiglio. Una storia che mi ha fatto sentire un po' come la tipa della “posta del cuore” che si legge ancora nell'ultima pagina di qualche rivista femminile. Eccola: “Sono una giovane donna finita per la terza volta in un rapporto che mi fa star male. L'ennesimo compagno che non mi rende felice, ma questa volta è anche peggio, perché ho paura di dire basta. Ho paura di mettermi a cercare l'uomo dei sogni e incappare in un'altra delusione. Per di più, ho gli occhi della mia famiglia puntati addosso e non voglio dar loro un dispiacere. Ma soprattutto penso: se lo trovo e lui mi respinge? Che faccio? Resto sola?”. Sebbene il problema di Saretta non sia di natura medica, è evidente che un problema c'è, eccome. Ed è quell'insicurezza che a volte rischia di rovinarci la vita. Quando non si crede nei propri mezzi infatti, la distanza che ci separa da ciò che desideriamo sembra incolmabile. Sotto di noi vediamo solo il vuoto, e la paura di precipitare. La bassa autostima diventa una sorta di freno a mano con cui finiamo per convivere. Magari per pigrizia.

Ma come si può invertire la direzione di marcia e riuscire a cambiare atteggiamento? Secondo gli esperti, la prima cosa da fare (e sembra piuttosto semplice) è riflettere sullo stato d'animo che segue ogni nostra scelta più o meno importante. Quando ogni incontro con il proprio partner (o anche con gli amici) è accompagnato da un senso di svogliatezza, significa che aspiriamo a compagnie più stimolanti. E allora, via libera alle domande. Sono la vera arma di rivalsa. Quando stiamo per scegliere qualcosa, anche un banale vestito, chiediamoci se è ciò che avevamo in mente di comprare prima di uscire, o se ci stiamo accontentando. E ricordiamoci che smettere di accontentarsi, significa imparare a dire qualche no alla prima opportunità che ci capita, per guardare un po' più avanti. Occhio però a non esagerare: evitiamo di finire nella categoria di “coloro a cui manca sempre qualcosa”. Dietro l'eterna insoddisfazione si nasconde la paura di gioire per le piccole cose, per non sentirci a nostra volta “piccoli e limitati”. A volte, il dubbio di non valere impedisce di gustarsi la vita. E non ne vale davvero la pena. Per uscire fuori da questo circolo vizioso, smettete di dare tutto per scontato e celebrate ogni vostro seppur piccolo successo, meglio se in compagnia. Passate del tempo a contatto con la natura e con i bambini. E' il modo migliore per godersi il presente, senza valutarlo. Senza ingabbiarlo. Ma se vi rendete conto di esserci finiti in quella gabbia, aprite la porta e uscite. E' il mio consiglio per Saretta.

P.S. L'uomo dei sogni non esiste...ma in giro ce ne sono di carini!!

 

Twitter: @Melissa_Di_Sano