Marcello: buoni postali del 1941 mai riscossi

Il consigliere come il medico di Barisciano. Titoli da 100 e 500 lire

 VASTO. E' intenzionato ad aderire alla class action promossa contro la Banca D'Italia, ministero delle Finanze e Poste italiane, per riscuotere il corrispettivo di due buoni postali, uno da 100, l'altro da 500 lire, che possiede e che risalgono al 1941.  Il consigliere comunale Luigi Marcello scende in campo al fianco del medico di Barisciano, che ha trovato a casa dei nonni due buoni postali del 1954 del valore di 150mila lire, che oggi varrebbero più di due milioni di euro. Peccato che quei buoni, secondo il regolamento delle Poste, non sono più esigibili perchè sono trascorsi più di 30 anni.  «È stato proprio leggendo la notizia del medico che mi sono tornati in mente i due buoni custoditi per decenni dai miei genitori, Angelo Marcello e Lucia La Verghetta», racconta il consigliere comunale, «francamente non so quanto possano valere oggi questi titoli. Per me hanno un valore immenso. Sono un ricordo dolcissimo della mia infanzia. Nel 1941 100 lire erano una bella somma. C'era la guerra. Quei buoni furono inviati alla mia famiglia da papà, silurista del sommergibile "Brin". Lui prendeva la paga e inviava a mamma il corrispettivo», spiega il consigliere nel mostrando la dicitura "Casse navali" che compare in calce al buono da 100 lire.  «All'epoca la vita era dura, si cercava di risparmiare. Mia madre non incassò mai quelle 100 lire, nè le 500 lire che arrivarono da Pescara». Luigi Marcello ora ha recuperato i due buoni e li ha incollati ad una bacheca.  «Non escludo di unirmi ai 400 italiani (13 in Abruzzo, ndc), che hanno aderito alla class action promossa dall'avvocato Marco Angelozzi del foro di Roma in difesa degli antichi crediti», dice.  Il legale reclama la riscossione dei buoni risalenti a 60 anni fa perchè ignorati dagli eredi dei titolari. Una contestazione ritenuta legittima da molti e che verrà discussa nella capitale il prossimo 21 dicembre.  «Io non mi aspetto nulla, però ritengo sia giusto ripagare il sacrificio di persone che in periodi drammatici per la storia del nostro Paese hanno destinato ai loro cari dei buoni fruttiferi. In ogni caso, e comunque andrà, per me questi buoni da 600 lire hanno un valore inestimabile che nesun giudice potrà mai calcolare», conclude Marcello spostando lo sguardo da quei fogli di carta ingialliti alla foto degli adorati genitori. (p.c.)

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