A Taranta il registro delle unioni civili

È il quarto comune in Abruzzo. Il sindaco: orgogliosi di una scelta che combatte l’omofobia

TARANTA PELIGNA. È il primo comune in provincia di Chieti, il quarto in Abruzzo dopo Pescara, L'Aquila e Pineto. Taranta Peligna scrive il suo nome nei poco più di cento Comuni italiani che hanno adottato il registro delle unioni civili. Lo scorso 26 gennaio, con otto voti a favore e quattro contrari, il consiglio comunale ne ha deciso l’istituzione.

Possono chiedere di essere iscritte al registro delle unioni civili due persone maggiorenni dello stesso sesso o di sesso diverso non legate tra loro da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, legate però da vincoli affettivi; cittadini italiani o stranieri purché questi ultimi regolarmente soggiornanti in Italia, residenti e coabitanti nel comune di Taranta da almeno un anno rispetto alla data di presentazione della domanda.

Chi s’iscrive nel registro è equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto” ai fini della possibilità di assistenza. Persone dello stesso sesso o di sesso diverso potranno essere tutelati, tra l’altro, per la casa, i servizi sociali, l’istruzione e la formazione.

Il sindaco, Marcello Di Martino, a conclusione del lungo dibattito consigliare, ha espresso grande soddisfazione per l’obiettivo raggiunto, definendo la deliberazione assunta: «Un modo, quello formalmente istituito, di esercitare la militanza e la più autentica avversione anche nei confronti dell’omofobia. È una delle principali misure prese dall’amministrazione comunale da me guidata», continua Di Martino che aggiunge: «È un tangibile segnale che anche una piccola realtà amministrativa come la nostra possa essere in prima linea in termini innovativi».

Taranta Peligna, con meno di 500 abitanti, è all'avanguardia per innovazioni adottate dall’amministrazione comunale, basti ricordare il premio giornalistico nazionale Pietro Di Donato, l’istituzione dell’albo del volontariato, del mercato dei contadini, la strutturazione nella concessione dei beni immobili e mobili comunali, la valorizzazione degli artisti di strada. Taranta come laboratorio politico- amministrativo che, come ricorda il primo cittadino, «ha lanciato una sfida di civiltà dalle aree interne, abbandonate per viabilità, trascurate per l’assistenza sanitaria, sottovalutate per i servizi scolastici, ma assolutamente non emarginabili in termini di libertà di pensiero, di apertura nei confronti dei diritti civili, di sensibilità nei confronti delle diversità, delle minoranze, degli esclusi, degli ultimi. Uno strumento, quello del registro, liberale, libertario, trasversale, riguardante non tanto le coscienze quanto il pensiero e il repertorio dei diritti umani e civili. È un grande passo di civiltà quello che abbiamo fatto», conclude Di Martino, «ne sono orgoglioso in nome della comunità che rappresento.

Matteo Del Nobile

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