Addio a Rocco Schiazza re dei fotografi teatini
È morto all’età di 81 anni, oggi i funerali nella chiesa del Santissimo Crocifisso Era un grande amico di Allegri. Il ricordo del sindaco: un pezzo di storia della città
CHIETI. Rocco Schiazza, in città sicuramente qualcosa di più di un fotografo, se n’è andato ieri mattina, dopo una lunga malattia, all’età di 81 anni. Il suo incisivo obiettivo si è dunque spento per sempre ma certamente il ricordo di Rocche Schiazz’, lu meje fotograf’ de la piazze, come simpaticamente amava definirsi, resterà vivo in coloro che, nel tempo, lo hanno conosciuto e apprezzato.
Fu subito da annoverare tra i migliori creatori della cosiddetta foto giornalistica, ovvero la visualizzazione di una notizia attraverso uno scatto calibrato e carico di significati. Su tutto, una straordinaria capacità di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto attraverso una profonda conoscenza dell’ambiente cittadino. Circostanza oltremodo utile per arrivare, appunto, in anticipo sull’avvenimento. Sulla “notizia”, insomma. La carta stampata, prima dell’avvento dei social media, poteva dunque contare sull’immediatezza delle immagini di Rocco, già fotografo ufficiale delle varie caserme cittadine, a volte accompagnate dai primi commenti che aveva intanto intercettato per strada. Così, in netto anticipo su quella che sarebbe stata poi l’epoca di internet.
Negli ultimi tempi, nonostante le difficili condizioni fisiche, era spesso possibile incontrarlo ai tavolini del Bar Roma, nei pressi della stazione ferroviaria, in quello che lui stesso indicava agli amici come “il mio ufficio”. Pronto a raccontare del bel rapporto instaurato con il cardinale Loris Capovilla e con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e dei tanti episodi sui quali si era soffermato quel suo storico obiettivo che aveva intanto trasferito, con un prezioso bagaglio di esperienze e passione, nelle mani dei figli Massimiliano, Gianluca e Nicola. Per anni seguì da bordo campo le partite del Pescara di Giovanni Galeone, diventando grande amico dello stesso tecnico, e di diversi giocatori tra i quali Max Allegri che lui, allora pettorina n.1 dei fotografi accreditati allo stadio Adriatico, volle assolutamente andare a salutare durante una recente sosta della Juventus a Chieti. E lo stesso Allegri, che in precedenza gli aveva anche fatto visita in occasione di un ricovero in ospedale, dimostrò quel giorno tanta simpatia e affetto. Come si fa nei confronti di una persona alla quale si vuole davvero bene.
Anche il sindaco Umberto Di Primio ha voluto ricordarlo sottolineando che «un’altra parte della città, un pezzo di storia ci lascia. Con la sua macchina al collo era sempre presente, se c’era lui c’era l’evento». Con «stima e simpatia» lo ricorda anche l’ex sindacalista Geremia Mancini.
I funerali oggi alle 15, nella parrocchia del Santissimo Crocifisso in piazzale Marconi.
Fu subito da annoverare tra i migliori creatori della cosiddetta foto giornalistica, ovvero la visualizzazione di una notizia attraverso uno scatto calibrato e carico di significati. Su tutto, una straordinaria capacità di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto attraverso una profonda conoscenza dell’ambiente cittadino. Circostanza oltremodo utile per arrivare, appunto, in anticipo sull’avvenimento. Sulla “notizia”, insomma. La carta stampata, prima dell’avvento dei social media, poteva dunque contare sull’immediatezza delle immagini di Rocco, già fotografo ufficiale delle varie caserme cittadine, a volte accompagnate dai primi commenti che aveva intanto intercettato per strada. Così, in netto anticipo su quella che sarebbe stata poi l’epoca di internet.
Negli ultimi tempi, nonostante le difficili condizioni fisiche, era spesso possibile incontrarlo ai tavolini del Bar Roma, nei pressi della stazione ferroviaria, in quello che lui stesso indicava agli amici come “il mio ufficio”. Pronto a raccontare del bel rapporto instaurato con il cardinale Loris Capovilla e con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e dei tanti episodi sui quali si era soffermato quel suo storico obiettivo che aveva intanto trasferito, con un prezioso bagaglio di esperienze e passione, nelle mani dei figli Massimiliano, Gianluca e Nicola. Per anni seguì da bordo campo le partite del Pescara di Giovanni Galeone, diventando grande amico dello stesso tecnico, e di diversi giocatori tra i quali Max Allegri che lui, allora pettorina n.1 dei fotografi accreditati allo stadio Adriatico, volle assolutamente andare a salutare durante una recente sosta della Juventus a Chieti. E lo stesso Allegri, che in precedenza gli aveva anche fatto visita in occasione di un ricovero in ospedale, dimostrò quel giorno tanta simpatia e affetto. Come si fa nei confronti di una persona alla quale si vuole davvero bene.
Anche il sindaco Umberto Di Primio ha voluto ricordarlo sottolineando che «un’altra parte della città, un pezzo di storia ci lascia. Con la sua macchina al collo era sempre presente, se c’era lui c’era l’evento». Con «stima e simpatia» lo ricorda anche l’ex sindacalista Geremia Mancini.
I funerali oggi alle 15, nella parrocchia del Santissimo Crocifisso in piazzale Marconi.