Altino celebra il peperone 20 imprese in prima linea 

Torna il festival dedicato al prodotto tipico per eccellenza: due giorni di iniziative Il sindaco: «Un patrimonio della nostra comunità, produzione di alta qualità»

ALTINO. Altino celebra il suo prodotto tipico: contrade, Comune, associazioni, tutti all’opera per l’11ª edizione del Festival del Peperone dolce di Altino e Palio culinario delle contrade, in programma il 23 e 24 agosto, manifestazione che ha la collaborazione della Camera di Commercio Chieti Pescara e di Legambiente Abruzzo. I contradaioli di Altino, Briccioli, Fonte Lama, Fonte Mandrelle, Sant’Angelo, Le Seje quartiere e La Selva stanno mettendo a punto gli ultimi accorgimenti per presentare un menù completo da sottoporre a una giuria selezionata e aggiudicarsi l’agognata “piletta in legno”. Questi alcuni numeri: 20% in più la produzione rispetto allo scorso anno, 4 ettari dedicati alla produzione, 100mila piante, 20 produttori tra aziende e hobbisti. Ci sono storia e tradizioni dietro al peperone rosso di Altino e dell’Oasi di Serranella, prodotto rosso, aromatico, poliedrico, intenso, il cui primo attestato è un regesto del 1752. Da allora, ma anche prima, è utilizzato come spezia per la preparazione di salsicce, salami e ventricina; per condire minestre, per insaporire secondi. Nel passato i produttori si recavano ai mercati di Lanciano, Castiglione Messer Marino, Agnone, Montenerodomo, e altri Comuni dell’Alto Vastese, partendo con i carretti. I peperoni erano venduti non a peso ma a numero.
Ad Altino c’è la cultura del peperone e c’è anche tanto lavoro per ottenere il prodotto selezionato che non ha pari con altri. Pulizia del terreno, trattamenti naturali, raccolta a luglio e prima scelta, si scartano i meno rossi e i più piccoli. Poi si legano e si mettono a seccare sotto le tettoie due o tre mesi e quindi si eliminano quelli che hanno una colorazione non uniforme. A questo punto c’è la tostatura nei forni, processo delicato: la temperatura deve variare da 40 a 60 gradi. «Si mette la mano e si calcola il caldo», dicono gli anziani, come se fosse semplice; perché il peperone non deve bruciare, il calore lo deve “subire” ma non lo deve vincere. Un quintale di peperone fresco deve perdere 85-90% di acqua. Poi si deve macinare con la “piletta”, un mortaio in legno.
Per tutelare il prodotto, nel 2009 è nata l'associazione di tutela del Peperone Dolce di Altino Oasi di Serranella (oggi presidente è Sebastiano Scutti), da ottobre 2015 è diventato Presidio Slow Food e da pochi anni è stato aperto un centro di documentazione. Il peperone di Altino cresce all’insù, “a cocce a capammonte”, i suoi tessuti sono più piccoli e assorbono una quantità di acqua minore ed è questo uno dei motivi perché le sue caratteristiche organolettiche sono inconfondibili. Il colore, ebbe a dire il noto poeta Cesare de Titta, è di un “rosso sbracente” definizione che racchiude il suo segreto: «Parlare del peperone dolce di Altino per ogni altinese», dice il sindaco Vincenzo Muratelli, «significa non solo raccontare della qualità e bontà di un patrimonio gastronomico di eccellenza del nostro comune ma essere protagonisti di una storia di comunità».