Anziani maltrattati, i video in Assise

Casa di riposo Santa Giusta: la corte vuole vedere i filmati sulle presunte violenze

LANCIANO. «Siamo ben felici che la corte abbia deciso di mostrare in aula i video realizzati dalle forze dell’ordine nella struttura della casa dell’anziano, perché si mostrerà a tutti che non riportano gravi episodi di maltrattamenti. Anzi, in 60 giorni di filmati, 24 ore su 24 sono solo tre gli episodi in cui la Bucciarelli dà dei buffetti a un anziano».

Queste le parole dell’avvocato Alessandro Troilo che, assieme a Giovanni Cerella, difende Eva Bucciarelli, legale rappresentante della “Casa dell’anziano”, la figlia Arianna Di Tommaso, impiegata della struttura di riposo a Santa Giusta, nel processo in corte d’assise in cui, assieme a Ciro Gnagnarella, medico curante, sono accusati di presunti maltrattamenti a danno degli anziani, con le aggravanti della morte di due ospiti e le lesioni personali gravi a danno di altre tre persone. Accuse che per la procura sono avvalorate proprio dai video che mostrerebbero che gli anziani erano in sovrannumero, dai 30 consentiti a circa 45, dormivano in letti di fortuna sistemati sul pavimento, erano lasciati sulle sedie, maltrattati.

Opposto il parere della difesa per la quale i video mostrano serene scene di vita quotidiana. «Oltre ai video, che per la prima volta saranno proiettati in un’aula del tribunale frentano, la corte ha anche deciso di non accettare altri 8 test chiamati dalla Procura», riprende Troilo, «citati dopo che i giudici avevano deciso di tagliare il numero dei test a tutti. La Procura da 27 è infatti dovuta scendere a 9, dimezzati i testimoni della difesa di Gnagnarella che saranno 8 mentre i testimoni per Bucciarelli e Di Tommaso saranno 13. Altro dato per noi difensori importante emerso in udienza riguarda i due casi di scabbia che la Bucciarelli avrebbe mantenuto nascosti per evitare che la notizia pregiudicasse il buon nome della casa di riposo. Nell’udienza i militari dei Nas, i carabinieri e un finanziere hanno asserito che nella struttura non c’è stata la scabbia. Alcun certificato la attesta nel 2010 e nel 2011 c’è un certificato della Asl, pochi giorni dopo il presunto caso di scabbia, che afferma addirittura che non c’è stata la malattia». Udienza “positiva” anche per il medico Gnagnarella, difeso da Alberto Paone, perché i test hanno affermato che non era il medico della struttura come sostiene l’accusa, ma solo di alcuni pazienti.

Fissate le prossime due udienze: il 7 gennaio per ascoltare i test di Gnagnarella e il 28 per l’esame incrociato dei consulenti dell’accusa e della difesa. (t.d.r.)

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