Atessa, città laboriosa e aristocratica

In regalo con Il Centro la cartolina d’epoca sui borghi dell’Abruzzo

ATESSA. Ritrae un paesaggio dall'alto la foto storica che il Centro dedica alla laboriosa e aristocratica Atessa, città arroccata su una collina la cui visuale spazia dalla Maiella all'altopiano di Monte Pallano, dal polo industriale della Val di Sangro alla costa adriatica. Colle San Cristoforo, luogo nel quale fu scattata la foto verso il 1880, è una prominenza che sovrasta la stessa cittadina: in primo piano la colonna votiva, poi, a degradare, San Rocco e le case a un piano dell'attuale piazza Garibaldi, e l'imponente palazzo Spaventa, quindi i tetti della via di Mezzo, a destra il campanile della cattedrale di San Leucio e oltre l'agglomerato urbano di Santa Croce. «Atessa», afferma la professoressa Adele Cicchitti, «ha origini altomedievali e deriva, probabilmente, dalla fusione di due agglomerati urbani longobardi: Ate (quartiere San Michele) e Tixa (quartiere Santa Croce). Se la verità storica sulle origini di Atessa è stimolante sotto il profilo giuridico e politico, la leggenda della fondazione racconta di un dragone immane e vorace di sangue umano che dimorava nel vallone di Rio Falco e divideva i due abitati di Ate e Tixa terrorizzando la popolazione inerme. L'uccisione del bestione da parte di San Leucio, vescovo di Brindisi, libera la città dal mostro malefico e favorisce la fusione dei due opposti abitati con l'edificazione, nel nodo di saldatura, di una chiesa in onore del Santo Vescovo, all'interno della quale si conserva ancora un costola del drago ucciso che poi è un resto fossile di elephas primigenius». Colle San Cristoforo, oggi interessato dai lavori del contratto di Quartiere al centro di diatribe politiche, nel passato fu un’acropoli sacra. Nel 1348, su una vigna del beato Roberto di Salle, fu edificato un monastero celestiniano soppresso nel 1600 e inoltre vi era anche una chiesa con otto lati da ognuno dei quali s’impartivano le rogazioni (litanie fatte per propiziare il buon raccolto) dirette a tutto il territorio. Nel 1656 fu eretta la colonna votiva in onore di san Cristoforo che liberò la città dalla peste. Mitologia e fede, la lotta tra il bene e il male, sintesi di due toponimi, Centro e Valle, Atessa continua ad avere questa duplice natura: ancoraggio verso le proprie radici e necessità di guardare oltre i propri confini.

Matteo Del Nobile

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