Atessa, la fabbrica dei turbo investe 4 milioni e mezzo

Ad aprile prossimo la Honeywell fermerà la cassa integrazione. Lo stabilimento trainato dalle commesse Ford, Peugeot e Fiat-Chrysler

ATESSA. Buoni segnali di ripresa per la Honeywell-Garrett, multinazionale americana che produce ad Atessa turbocompressori per auto di media e alta cilindrata. Una produzione in salita, nuovi investimenti, nuovi prodotti, importanti clienti in più e, non ultimo, il premio come miglior stabilimento d’Europa secondo i parametri Hos (Honeywell Operating System, organizzazione del lavoro per una produzione snella, efficace ed efficiente tramite l’eliminazione di ogni forma di spreco) fanno di questo stabilimento che occupa 420 dipendenti, uno dei fiori all’occhiello del settore automotive abruzzese. La Honeywell è passata attraverso anni di crisi e ha visto ridurre la produzione da cifre da 6 a 5 zeri. Dal 2015 l’azienda, di concerto con i sindacati Fiom, Fim e Uilm, ha deciso di utilizzare gli ammortizzatori sociali per tenere sotto controllo la pesante flessibilità dei volumi, ma il 2017 potrebbe essere l’anno del riscatto.

CASSA INTEGRAZIONE. Dopo un anno di cassa integrazione straordinaria, nel 2016, la Honeywell ha utilizzato 170 giorni di cassa integrazione ordinaria che scadrà a marzo. Per questo gennaio si prevedono comunque 5 giorni di cigo ordinaria alla settimana, ma da aprile le cose dovrebbero cambiare. L’azienda ha dichiarato e confermato 40 esuberi sui 420 dipendenti attuali che le sigle sindacali interpretano tuttavia come eccedenze e per le quali è stata avanzata la richiesta di cercare tutte le opportunità alternative alla riduzione del personale inclusa la possibilità di produrre tecniche e prodotti diversi da quelli attualmente realizzati al fine di poter cogliere tutte le opportunità per non incidere negativamente sugli organici aziendali. Ad oggi non è prevista tuttavia alcuna riduzione di personale.

LA PRODUZIONE. Nel 2016 ad Atessa sono stati prodotti 700.000 turbo e 1.620.000 rotori. La produzione prevista per i turbocompressori era di 70 mila pezzi in più rispetto a quanto realizzato, ma il calo è stato dovuto essenzialmente alla perdita di un solo cliente. Per il prossimo anno invece sono già previsti 741mila turbo e 1.624.000 rotori, rispettivamente 41mila e 4mila pezzi in più.

INVESTIMENTI. E ci sono ottime notizie per gli investimenti. L’azienda ha deciso di puntare sul miglioramento e la maggiore efficienza dello stabilimento grazie all’insediamento di nuove macchine e tecnologie per una somma complessiva di 4.500.000 euro. Un vero e proprio rilancio che segue l’arrivo di importanti clienti e produzioni che arriveranno a partire da questa primavera. Fermo restando l’importante presenza di commesse Ford (cliente che assicura circa la metà delle produzioni con Ford Panther), si uniscono al parco clienti anche Psa (Peugeot-Citroen), Fca (Fiat-Chrysler) e Iveco assieme a Vm Nafta e Vm marine. Sempre in primavera saranno implementati 28 nuovi rotori provenienti da Bucarest per un totale di 70 mila nuovi pezzi. «Pensiamo che il sito di Atessa debba continuare a concentrarsi sulla produzione di prodotti più complessi», interviene la rsu Fim-Cisl, Dorato Di Camillo, «e investire nei giusti processi per mantenere alti i livelli di qualità e valutare ogni altra iniziativa utile alla soluzione della sovracapacità produttiva. Dopo i risultati positivi ottenuti e i sacrifici enormi fatti in questi ultimi anni dai lavoratori di Atessa, riteniamo sia assolutamente indispensabile programmare nei prossimi anni un piano industriale con più certezze e garanzie occupazionali per tutti i lavoratori».