Auto rubate agli operai, è allarme furti alla Sevel

Atessa, fenomeno in aumento: nell’ultimo mese sono sparite quattro macchine. Il parcheggio interno è vietato a chi non possiede veicoli dei marchi di fabbrica

ATESSA. Sta diventando un supermarket dei furti d’auto l’area di sosta della Sevel. Il crescendo di veicoli rubati è preoccupante: ben quattro solo nell’ultimo mese. L’allarme, noto da tempo, è stato lanciato da Antonio Teti, rsa Fiom per il settore trasporti, che ha interessato del problema istituzioni e forze di polizia. L’ultimo atto è stato scrivere al prefetto, dopo essersi recato in commissariato a Lanciano e aver interpellato Regione e Provincia. «Nulla è stato fatto finora», dichiara Teti, «dopo le promesse di installare telecamere, migliorare l’illuminazione e garantire un minimo di sorveglianza esterna, non è cambiato niente e i dipendenti continuano ad essere vittime di furti che aumentano esponenzialmente di mese in mese. Siamo scoraggiati: a rimetterci sono sempre i lavoratori che pagano la beffa di un servizio di trasporto pubblico inefficiente, orari difficili da coprire per i neo assunti a tempo determinato e, quindi, costretti a recarsi in Sevel in auto e, non ultimo, la scelta di Fiat, dal 2014, di consentire l’uso del parcheggio interno solo alle auto degli operai dei marchi Fiat, Psa (Peugeot e Citroen) e Chrysler». Secondo quanto riportato dai dipendenti i furti avverrebbero sia di giorno che di notte e interesserebbero auto di grossa cilindrata, ma anche utilitarie. Di recente, una delle auto rubate nel parcheggio Sevel è stata utilizzata per la rapina da 270mila euro al centro commerciale Thema Polycenter nel punto vendita Sarni Oro.

L’auto, una Giulietta Alfa Romeo, è stata in seguito ritrovata nella zona artigianale di Bomba. Il fenomeno dei furti per Teti è aggravato anche dal fatto che il trasporto in autobus «non garantisce più un servizio adeguato per i dipendenti ed è notevolmente peggiorato. I mezzi sono obsoleti e insufficienti, manca l’ordinaria manutenzione e spesso i lavoratori sono costretti a viaggiare in condizioni precarie». Ancora, il fatto che la Sevel abbia vietato ormai da tempo ai non possessori di auto dei marchi di fabbrica di parcheggiare nelle aree interne con sorveglianza, ha contribuito «a generare una situazione di caos all’esterno della Sevel con auto costrette a sostare alla bell’e meglio dappertutto, mentre le aree interne non si saturano». E i dipendenti che si recano al lavoro con auto private sono aumentati con l’arrivo di 300 lavoratori a tempo determinato e 150 trasfertisti.

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