Una protesta dei lavoratori Ball a Roma

SAN MARTINO SULLA MARRUCINA

Ball, i sindacati: "Noi pronti a trattare ma l'azienda si sottrae"

I rappresentanti dei lavoratori, dubbiosi sulle offerte di riallocazione dei 70 addetti, negano l'esistenza di accordi economici già discussi e accettati 

CHIETI. «La Ball ha dichiarato che ha offerto disponibilità a ricollocazioni nel mondo. Confermiamo questa apertura, ma nello stesso comunicato si legge che stanno cercando opportunità in altre strutture dell'azienda, quindi non è detto ci siano».

leggi anche: La Ball non torna indietro: chiude e vende uffici e terreni L'amministratore delegato conferma i 70 licenziamenti il 25 dicembre: "Per loro opportunità in altre strutture del gruppo a Nogara (Verona) e in altri stabilimenti europei. I sindacati non hanno accettato la nostra proposta di accordo"

È quanto si legge in un documento congiunto di Fiom Cgil e Fim Cisl di Chieti sulla vicenda della Ball di San Martino sulla Marrucina (Chieti) i cui 70 dipendenti saranno licenziati il giorno di Natale. «Dal primo incontro abbiamo dichiarato che siamo pronti a trattare su tutto nell'ottica di un accordo quadro, ma a oggi continuano a sottrarsi. La Ball» scrive Andrea De Lutiis, Fiom, «sostiene di aver proposto un interessante accordo economico non accettato dai sindacati. Non esiste cosa più falsa. In tutti i tavoli erano presenti organizzazioni sindacali territoriali e nazionali, Rsu, Regione Abruzzo, sindaci, Mise e Confindustria Chieti-Pescara. Forse eravamo tutti disattenti, se così fosse siamo pronti ad ascoltare nuovamente dall'azienda l'offerta che non abbiamo udito o avremmo rifiutato!». Quanto alla disponibilità di vendere terreni e edifici, annunciata ieri, incalza la Fiom, «c'è una notizia non ufficiale che forse ha generato il comunicato aziendale: Fiom e Fim Chieti, con il sindaco di San Martino, sono riusciti a trovare un serio progetto di reindustrializzazione che può occupare i dipendenti Ball. L'azienda, dichiarando di voler vendere e dichiarando i tempi eccessivi per lasciare lo stabilimento, probabilmente, cerca di pregiudicare la reindustralizzazione. Sa che i nuovi imprenditori hanno chiesto di avere lo stabile massimo entro sei mesi. Ball, dichiarando la vendita, lancia un messaggio importante tranne nel caso che il prezzo richiesto sia vantaggioso o simbolico. Oltre a chiudere un'azienda sana, vogliono usare lo stabile per fare cassa.Tutte le nostre informazioni sugli imprenditori interessati» prosegue de Lutiis «sono state trasmesse alla Regione Abruzzo che, a sua volta, si è attivata per verificare l'attendibilità del progetto. E' stato quindi coinvolto il ministero dello Sviluppo economico. I lavoratori stanno ancora attendendo che la Ball comunichi ufficialmente al ministero le risposte su cassa integrazione straordinaria, cessione dello stabile, trattamento per le persone che vorranno trasferirsi, incentivo di uscita».