I lavoratori della Ball questa mattina davanti ai cancelli (foto da Fb del sindaco di Rapino Rocco Micucci)

Ball, vicenda da Libro Cuore: va bene ma licenzia il giorno di Natale #uomininonlattine

La scelta paradossale della multinazionale Usa che manda a casa 70 dipendenti. Il presidente-vicario della Regione: "Delocalizzano e rifiutano di applicare gli ammortamenti sociali, mi auguro che anche Coca Cola voglia darci una mano"

PESCARA. «Il principale cliente della Ball è Coca Cola, bellissima azienda presente in Abruzzo. A Natale vediamo le loro pubblicità, molto legate alle festività, ai buoni sentimenti: mi auguro che anche Coca Cola voglia darci una mano presso questo suo fornitore perché non faccia capitare a Natale qualcosa che non assomiglia neanche minimamente a quelle bellissime pubblicità in cui tutti sono buoni e tutti si vogliono bene. Ci sono una settantina di persone, con le loro famiglie, che verranno buttate in mezzo alla strada in un modo inaccettabile». Così il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, a proposito della vertenza Ball di San Martino sulla Marrucina (Chieti).

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Lolli parla di »vicenda inaccettabile»: «Hanno dato già vita alla procedura di licenziamento - sottolinea - che scade il 25 dicembre. Non so se l'hanno fatto apposta, ma se non se ne sono accorti è quasi peggio. Il giorno di Natale questi lavoratori staranno in mezzo a una strada». «Delle tante crisi aziendali che io ho seguito - dice il presidente - questa della Ball sembra uscita da una pagina del "Libro Cuore". Un'azienda in perfetta efficienza, che lavora a scarto zero, due per cento di tasso di assenteismo che non esiste in nessuna azienda in Italia, con un margine operativo lordo molto superiore rispetto a quella dell'azienda che è collocata a Nogara in Veneto. La chiudono da un giorno all'altro, dicendo che devono fare investimenti a Nogara, ma nel frattempo le lavorazioni vengono trasferite in Serbia: è una vera delocalizzazione». «Hanno rifiutato e continuano a rifiutare di utilizzare gli ammortizzatori sociali - aggiunge - Tra gli strumenti ce n'è uno che è nuovo e che sembra fatto apposta per consentire la reindustrializzazione delle aziende, cioè un anno di cassa integrazione, ma non lo stanno facendo. Ieri è stata chiusa l'attività produttiva, nonostante al tavolo ministeriale si fossero impegnati a fare qualche proposta alternativa». «È un comportamento inaccettabile. Voglio chiamare qui la stampa nazionale più scandalistica _ incalza Lolli _ perché non si è mai vista una cosa del genere: chiudere un'azienda produttiva, chiuderla il giorno di Natale e rifiutare qualsiasi proposta alternativa».