Ballone attacca intercettazioni e pm

Le trascrizioni telefoniche e quelle ambientali in Italia hanno messo nei guai migliaia di persone

CHIETI. Massimo Ballone, il componente dell’ex banda Battestini, tornato il carcere per la rapina alla Conad di Chieti scalo, da San Donato attacca le intercettazioni telefoniche e gli inquirenti che hanno «sete di popolarità».

E lo fa nel modo che gli è più consono. Il bandito intellettuale, laureato in scienza dell’educazione con 110 e lode ha inviato una lettera alla redazione del Centro di Chieti. Autore di due libri, il suo italiano è corretto, scorrevole, a tratti anche sapientemente retorico. Massimo Ballone si dice innocente. Lo ha detto al giudice per le indagini preliminari. Inchiodato dalle intercettazioni telefoniche, dice che il senso delle sue parole è stato frainteso. Il pregiudicato attacca le intercettazioni telefoniche e sostiene la loro scarsa attendibilità.

«Le trascrizioni telefoniche», è l’incipit della missiva, «ma soprattutto quelle ambientali che sono più spesso imperfette e disturbate, hanno messo nei guai centinaia se non migliaia di persone in tutta Italia. Questo perché le parole, estrapolate da un contesto più ampio e complesso a più voci, seguono una dialettica di tesi e antitesi che si codificano e decodificano con periodi grammaticali fatti anche di assensi, cenni, silenzi e archi temporali che non possono essere trascritti. Dunque le parole sciolte da questi vincoli possono essere fraintese, ma anche messe una dietro l’altra come meglio aggrada, per stilare un’accusa che ha la consistenza e lo spessore di un foglio di carta timbrato e protocollato, il quale da solo rappresenta la distanza burocratica tra la innocenza e la colpevolezza di ciascun indagato». Ballone così continua in un crescendo di toni sottolineando come in antitesi di un potere in questo caso quello giudiziario ben poco possa fare un personaggio con la sua storia e i suoi precedenti.

«In questo caso io dovrei riprodurre un altro foglio protocollato con una tesi contraria all’accusa che dia consistenza ad una sintesi di innocenza. Ho io, con il mio passato la forza di fare questo? Resta il fatto di una ingiusta detenzione dovuta ad una cattia legge e forse alla sete di popolarità di inquirenti ormai ostaggi anch’essi dell’unico dio che conta: la televisione!».
Ballone è stato arrestato domenica scorsa dalla squadra mobile di Chieti insieme ad altri due Claudio Di Risio e Loris Petrocco. Tutti ritenuti responsabili in concorso con Emidio Paolucci, pregiudicato di Cepagatti, della rapina alla Coand di Chieti scalo del 30 gennaio. Ballone che era intercettato da qualche mese secondo gli inquirenti sarebbe stato l’ideatore di questo colpo nel quale i banditi hanno portato via 50 mila euro e di altre rapine non andate a segno.
Interrogati dal giudice che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare su richiesta dalla procura di Pescara, i tre indagati, hanno respinto tutte le accuse.

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