Bimba senza debito pubblico, gli atti in prefettura a Chieti: "È una richiesta farneticante"

Il caso a Ortona, l’ufficio di Stato civile: le richieste dei genitori di rendere la figlia "indipendente dall'Italia" non sono illegali ma farneticanti, la piccola è stata comunque iscritta all’anagrafe

ORTONA. Gli atti della bambina “sovrana” che i genitori Davide e Ilaria Seccia non hanno voluto cedere allo Stato sono stati trasmessi in prefettura. Lo dice il Comune di Ortona. I funzionari dell’amministrazione precisano (testuale): «che l’ufficiale di stato civile ha preso atto della motivazione per le quali l’atto di nascita numero 57 parte I serie A non è stato sottoscritto dai genitori dichiaranti (motivazione peraltro riportata in calce all’atto medesimo) e dopo averlo dichiarato “atto non portato a compimento” ha redatto il successivo atto n. 58, contenuto nello stesso registro e non in altri, in cui compaiono con le lettere maiuscole le sole lettere iniziati del cognome e del nome».

L’ufficiale di stato civile poi non potendo procedere con il sistema informativo ha dovuto redigere l’atto con la macchina da scrivere. Il Comune si affretta a precisare che si è potuto procedere in questo modo «non per rendere la bimba “sovrana” o per permettere ai genitori che la bambina potesse perdere la sua identità umana per diventare finzione giuridica” ma semplicemente perché la richiesta dei genitori non era contraria alle legge, all’ordine pubblico e al buon costume». Tuttavia anche se non contrarie alla legge, nella stessa nota, si definiscono le richieste provenienti dai presenti «farneticanti».

I dipendenti dell’anagrafe precisano poi che i dipendenti dello stato civile del Comune di Ortona «sono altamente qualificati e non hanno necessità di essere guidati nel loro lavoro dai legali di Sos utenti», l’associazione che si è prestata ad assistere i coniugi Seccia. La piccola è stata comunque iscritta all’anagrafe, seppur come hanno voluto i genitori, della popolazione residente inserendo il suo nominativo nello stato di famiglia dei genitori. «L’ufficiale di stato civile ha tenuto conto unicamente del diritto alla vita (in questo caso giuridica) della neonata, con l’obbligo previsto dalla legge di ricevere quanto dichiarato dai comparenti. Tutti gli atti sono stati comunque trasmessi alla prefettura di Chieti».