l'incidente

Bomba, Daniela non ce l’ha fatta, donerà gli organi

Morte cerebrale per l’operaia 37enne coinvolta nello scontro frontale tra auto sulla superstrada Val di Sangro provocato dai cinghiali. Oggi si decide per l’ espianto

BOMBA. Da Teramo arriva la notizia che nessuno voleva sentire: i medici hanno dichiarato la morte cerebrale per Daniela Martorella, la 37enne di Bomba rimasta ferita mercoledì mattina nell’incidente sulla Fondovalle Sangro, in prossimità dello svincolo Archi-Casoli. Non sono bastati i due delicati e lunghi interventi cui è stata sottoposta all’ospedale di Teramo. Se non ci saranno novità nella notte, questa mattina potrebbe esserci il via libera all’espianto delle cornee, autorizzato dai familiari.

Migliorano, invece, le condizioni degli altri tre feriti: A.D.C., 30 anni, anche lui di Bomba, che guidava la Renault Clio sulla quale viaggiava la donna; A.F.S., 34 anni, e S.C., 45, entrambi campani, che erano sulla Ford Kuga. A provocare l’incidente sarebbe stata la presenza di un paio di cinghiali sulla carreggiata. La dinamica appare più chiara rispetto alle prime informazioni. La Martorella e A.D.C. avevano finito il turno di notte alla Sevel e stavano facendo ritorno a Bomba. L’incidente è avvenuto a pochi chilometri dai loro affetti. L’uomo era alla guida della Clio quando all’improvviso si è trovato davanti i due animali: per evitarli avrebbe sterzato a destra, manovra che l’avrebbe fatto urtare contro il guardrail del suo senso di marcia (mare-monti) e quindi scaraventato sul lato opposto della carreggiata nel momento in cui sopraggiungeva la Ford Kunga. L’urto è stato violentissimo: la giovane è stata prima sbalzata fuori dall’abitacolo e quindi catapultata sotto l’altra macchina. Le sue condizioni sono subito risultate gravi. L’operaia non ha mai ripreso conoscenza. Gli altri tre feriti sono stati trasferiti al policlinico di Chieti e le loro condizioni sono in miglioramento.

L’incidente ha destato emozione -la donna è madre di due bambini- e rabbia, per l’ennesimo incidente causato dai cinghiali. «La notizia di questo ennesimo incidente a causa dell’improvviso attraversamento della carreggiata di alcuni cinghiali ripropone con forza la necessità e l’urgenza di interventi straordinari atti a contenere il numero degli ungulati diventati pericolosi non solo per i danni crescenti e sistematici alle produzioni agricole ma anche per l’incolumità delle persone», commenta il presidente della Copagri Abruzzo, Camillo D’Amico, «abbiamo sollecitato la Regione a non fermarsi al lodevole ma insufficiente inserimento nel calendario venatorio della caccia con il metodo del selecontrollo ma di andare oltre anche prevedendo vigilati abbattimenti all’interno delle aree di riserva, dove maggiormente si annidano i cinghiali, e di istituire al più presto un tavolo permanente così da mettere a regime più iniziative incisive».

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