Caduti altri massi: la parete sta franando 

Controlli con un drone allo sperone delle Gole: l’area critica a 45 metri di altezza. Il sindaco: ci vogliono 240mila euro

FARA SAN MARTINO. «C’è uno sperone di roccia che frana, bisogna intervenire d’urgenza. La montagna non può essere chiusa». Lancia un appello alle istituzioni regionali il sindaco Carlo De Vitis, che da sabato scorso ha interdetto il transito sul sentiero di Santo Spirito a causa della persistente caduta di massi. Lo scorso 22 giugno una pietra ha colpito una turista di Ravenna, poi deceduta. E martedì si sono verificati nuovi distacchi di materiale roccioso.
NUOVE CADUTE DI MASSI. Il 16 mattina è subito scattato un nuovo sopralluogo nella zona, il cui ingresso è chiuso con transenne da sabato scorso, quando la pioggia ha provocato la caduta di altri massi nell’area dov’era avvenuto l’incidente alla turista di Ravenna, Sandra Zanchini. Da quel giorno è stata montata una passerella con cavalletti e pedane metalliche da ponteggio. Con il maltempo di martedì, il fenomeno si è ripetuto. Questa volta sono caduti massi più grandi, del diametro di 40-50 centimetri, che hanno divelto alcuni pannelli della passerella temporanea allestita dai vigili del fuoco.
IL PUNTO CRITICO. Sul posto sono arrivati il sindaco De Vitis, il responsabile del settore tecnico comunale, Enrico Del Pizzo, il geologo incaricato Pinuccio D’Aquila e l’impresa Strade e Ambiente srl di Chieti Scalo. Grazie alla ricostruzione in 3D della montagna e alle immagini fotografiche scattate dai droni, è stato possibile individuare la zona di potenziale criticità. «I massi si staccano da uno sperone di roccia a 45 metri di altezza dal sentiero», spiega De Vitis, «abbiamo simulato la caduta di un masso da quel punto e va a finire proprio sulla passerella, nel punto esatto dov’è avvenuto l’incidente il 22 giugno. È stata una giornata importante perché siamo riusciti a individuare lo sperone che si sta staccando. Il pericolo è concentrato unicamente lì e si verifica in occasione del maltempo. In passato non si sono mai verificati distacchi in quel punto, è un fenomeno di un mese fa».
SOMMA URGENZA. Dall’ufficio tecnico comunale è partita subito la richiesta d’intervento di somma urgenza per la messa in sicurezza dell’area. « È stata trasmessa al Genio civile di Chieti, al presidente e all’assessorato al turismo della Regione e a Parco nazionale della Maiella», precisa il sindaco, «servono somme importanti che il Comune non si può accollare». L’intervento di messa in sicurezza è stato quantificato in 240mila euro. «Occorre intervenire d’urgenza, non si può tenere la strada chiusa», è l’appello del primo cittadino, «il sentiero rappresenta una via di accesso strategica a tutta la montagna nonché per potenziali interventi di soccorso e via di evacuazione da altri settori del massiccio della Maiella, anche extracomunali. Ogni giorno è frequentato da centinaia di persone, per non parlare dei pastori che in montagna ci vivono. Ma se non si interviene, non possiamo riaprire».
L’INCHIESTA PENALE. Sull’incidente costato la vita alla 56enne Sandra Zanchini, colpita alla testa da una pietra e deceduta dieci giorni dopo in ospedale, la Procura di Chieti ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Al momento è contro ignoti. «È stata una fatalità», sostiene il sindaco De Vitis, «lo dimostra il fatto che il distacco di massi avviene unicamente in quel punto del sentiero, perché a 45 metri di altezza c’è uno sperone di roccia che frana. L’errore, quel giorno, è stato camminare sotto una parete di roccia mentre imperversava un vento fortissimo. Il gruppo di turisti è stato colto all’improvviso dal maltempo, ma avrebbe dovuto ripararsi dentro le grotte. Anche la signora, insieme ad altri, aveva trovato riparo in un anfratto, ma le guide li hanno fatti uscire. Questo è assurdo».
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