Calci e pugni al giocatore, 4 a processo 

Guardiagrele, finisce in tribunale l’aggressione a un calciatore del Sant’Eusanio: sotto accusa atleti e un dirigente del Caporosso

CHIETI. Gli avversari sono accusati di averlo pestato dopo il derby: calci, pugni, minacce di morte. La violenza è esplosa dopo una partita giocata due anni fa, a Guardiagrele, tra Caporosso e Sant’Eusanio del Sangro. Ora, quell’aggressione, avvenuta su un campo di calcio di terza categoria e già finita all’attenzione del giudice sportivo, è arrivata in un’aula del tribunale di Chieti. Tre calciatori e un dirigente, all’epoca dei fatti tesserati con il Caporosso, sono finiti sotto processo con l’accusa di minaccia e lesioni gravi. Si tratta di Massimo Colasante, 46 anni, allora difensore e capitano della squadra guardiese; di suo fratello Roberto (51), dirigente; del portiere Matteo Armellini (23); e del centrocampista di origini albanesi Ilirian Abazi (45). Gli imputati sono tutti residenti a Guardiagrele. L’aggredito è invece Fabio De Simone, 31enne di Fossacesia, che giocava con il Sant’Eusanio: nel processo si è costituito parte civile, difeso dall’avvocato Paolo Sisti, e chiede 20 mila euro di risarcimento danni.
A ricostruire i fatti, avvenuti il 26 novembre del 2016, sono stati i carabinieri della stazione di Guardiagrele. Già durante l’accesa partita erano cominciate le prime scaramucce. L’episodio chiave si è verificato nella ripresa quando De Simone è stato espulso dopo aver colpito con una testata al volto Massimo Colasante. Al termine della partita – secondo quanto denunciato dai tesserati del Sant’Eusanio – nel parcheggio si è scatenato l’inferno. «Già dopo la gara», mette a verbale l’allenatore degli ospiti, «ci siamo portati verso la dirigenza dell’altra squadra per chiarire in modo bonario l’accaduto. A distanza di circa un’ora, dopo la doccia, ho visto i giocatori del Caporosso e un paio di persone della loro tifoseria, nascosti fra le auto, scagliarsi prima contro un altro nostro giocatore, scambiandolo per De Simone, e poi contro quest’ultimo. Lo hanno colpito con calci e pugni, facendolo cadere più di una volta a terra. De Simone è riuscito a scappare, ma lo hanno raggiunto e fatto sbattere contro una macchina». Poi sarebbe stato di nuovo scaraventato sull’asfalto e picchiato. Solo l’intervento dei carabinieri ha evitato il peggio. De Simone è stato squalificato per 5 giornate dal giudice sportivo. I quattro presunti aggressori, invece, sono stati identificati dai militari dell'Arma e denunciati alla procura: il pm Giancarlo Ciani li ha mandati a processo perché, «in concorso tra loro, minacciavano di morte e comunque di danni alla persona Fabio De Simone e nel contempo lo aggredivano causandogli lesioni personali giudicate guaribili in oltre 40 giorni». L’udienza di ieri è stata rinviata per l’assenza del giudice titolare del fascicolo, Valentina Ribaudo: si torna in aula il 12 dicembre.
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