Camera di commercio: Di Lorenzo ritira la candidatura alla presidenza

Chieti, colpo di scena nel rinnovo degli organi dirigenti dell’ente: «Faccio un passio indietro, contro di me una campagna mediatica»

CHIETI. Il presidente della Camera di commercio di Chieti, Silvio Di Lorenzo, ritira la candidatura al rinnovo delle cariche istituzionali dell’ente. Lo fa con una lettera inviata agli organi di informazione. «Ho maturato, sia pure con grande sofferenza, la decisione di ritirare la mia disponibilità al rinnovo della carica di presidente della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Chieti poiché intendo privilegiare tale istituzione rispetto alle mie questioni personali, salvaguardando, e sino alla fine, l'onore, il decoro e la reputazione dell'ente, che voglio così preservare dagli effetti negativi della campagna mediatica in atto. Sono state mosse al mio riguardo gravi accuse da parte di Honda Italia: risponderò nelle sedi opportune. Non intendo, in altre parole, procedere a colpi di comunicati stampa, anche se ho dovuto purtroppo leggere su un quotidiano locale ampi stralci dell'atto di citazione dinanzi al Tribunale delle Imprese di L'Aquila, che è un atto di parte e non una sentenza di condanna. Per il rispetto che porto alla Magistratura, alla delicata funzione che svolge ogni giorno, e soprattutto per tutelare l'Istituzione che mi onoro di rappresentare», sottolinea Di Lorenzo, «ho deciso, dunque, di fare un passo indietro. Solo su un punto intendo soffermarmi. Ho letto che “Honda avrebbe subito una pesantissima diminuzione delle sue capacità di fare investimento e creare lavoro dentro e fuori l'azienda”. Ebbene, Honda Italia anche grazie al mio modesto contributo ha fatturato negli anni miliardi di euro ed ha prodotto utili per svariati milioni. Tali mie affermazioni trovano immediato riscontro nei bilanci della società. Personalmente ho sempre lavorato per gli interessi di Honda Italia e per il territorio. E sono fermamente convinto che "notizie" come queste, strumentalmente propalate ed orientate al raggiungimento di fini obliqui, creino gravissimo nocumento non solo ai soggetti interessati, ma tutto il sistema produttivo ed associativo, in un momento in cui tutti dovrebbero avere a cuore non interessi particolari ma lo sviluppo e la crescita generale. Tutto sarà chiarito nelle sedi opportune», conclude il presidente. (cr.ch)

 

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