verso la fusione

Camera di commercio unica, Pescara e Becci battono Chieti e Di Vincenzo

Il candidato per la presidenza unica è pescarese, grazie ai voti dei teatini Primavera e Argirò

CHIETI. Paolo Primavera da Guardiagrele fa il salto della quaglia, Giuseppe Argirò da San Salvo lo segue a ruota, Daniele Becci vota se stesso e stacca un biglietto di prima classe per la super presidenza delle Camere di Commercio di Chieti e Pescara fuse. La sfida delle sfide è finita dieci a sette per il presidente dell’ente pescarese.

Lo sconfitto di lusso è l’omologo di Chieti, Roberto Di Vincenzo. E la raccomandazione, anzi la diffida iniziale, era: guai a voi se da questa stanza trapelano notizie. Ma le notizie sono come le anguille. Sfuggono di mano soprattutto se da quella stanza esce il fior fiore dell’imprenditoria teatina con il dente avvelenato. La candidatura ufficiale del pescarese Becci alla guida della Camera fusa si concretizza infatti grazie a franchi tiratori durante il consiglio di presidenza di Confindustria Chieti-Pescara, finito nel cuore della notte tra lunedì e martedì. Tutti sapevano che il presidente Gennaro Zecca vede Becci come Superman la kriptonite. Ma in modo leale l’ortonese Zecca decide di astenersi dal votare.

Di fronte a sé ha 8 consiglieri teatini e 8 pescaresi, la bilancia è in equilibrio perfetto tanto che Zecca già prefigura un pareggio e quindi il ricorso ad una terza candidatura che avrebbe messo fuorigioco i due competitor. Ma il presidente di Confindutria Chieti Pescara non fa i conti con l’oste, cioè con i franchi tiratori teatini che passano alla concorrenza. E’ vero che il voto non era palese, ma le dichiarazioni che lo precedono lo trasformano nel segreto di Pulcinella che infine spinge Zecca a esprimersi per Di Vincenzo per neutralizzare Primavera che ha varcato il Rubicone, cioè Dragonara, per diventare becciano dell’ultimora. Ma Argirò lo segue e per il presidente della Camera teatina è finita.

Il fuoco amico impallina Di Vincenzo, che non è alla riunione perché non fa parte di quel ghota. Né trova un bagnino che gli lanci il salvagente. Per di più Becci vota se stesso innescando mugugni non perché non sia lecito farlo ma perché nel consiglio di presidenza non è compreso il nome del rivale. E’ come sparare su una persona disarmata.

Così Becci vince la partita più importante che – con accordi tra associazioni già decisi – gli assicura sulla carta la poltrona più ambita, la presidenza della Camera di Commercio unica Chieti-Pescara, leggi oltre 90mila partite Iva, fondi da investire, enti controllati e una platea enorme di potenziali clientes.

Gli apparentamenti con Confesercenti Chieti-Pescara, Cna, agricoltori di Cia, Confagricoltura e Copagri, Upa, Confcommercio Pescara ecc. ecc., vedono Confindustria e il suo candidato in pole position per la vittoria. Ma attenti alle forature in corsa dopo la notte che ha generato veleni. Ne sanno qualcosa Silvio Di Lorenzo e Primavera.