Capodogli arenati a Vasto: «Unico caso in Europa» 

Quattro anni fa la vicenda dei sette cetacei spiaggiati nella zona di Punta Aderci. L’esperto Olivieri: evento eccezionale soprattutto per le modalità di salvataggio

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VASTO. «Oltre a dar vita a un poderoso lavoro scientifico la grande mobilitazione per il salvataggio dei capodogli. può considerarsi un primato per la sinergia che volontari, cittadini ed istituzioni hanno profuso per rimetterli in mare». Vincenzo Olivieri, presidente del Centro studi cetacei di Pescara parla di «primo caso in Europa» nel ricordare lo spiaggiamento sull’arenile di Punta Penna, nella riserva naturale di Punta Aderci, di sette esemplari, di cui tre morti, mentre gli altri quattro ripresero il largo. A quell’eccezionale evento, assurto agli onori della cronaca internazionale, è stata dedicata ieri una manifestazione che ha conosciuto tre momenti. Il primo è stato dedicato alla sensibilizzazione contro la plastica nei mari, il secondo alla tartaruga Caretta-Caretta Ferox liberata al largo dopo che era stata  stata curata e riabilitata dal Centro studi cetacei e il terzo in piazza Barbacani, vicino al municipio, dove è stato presentato il libro “La Balenottera Mar” del giornalista Tommaso Di Francesco, alla presenza del disegnatore Franco Sacchetti e del coordinatore del Gruppo Fratino Stefano Taglioli.
La città di Vasto ha voluto ricordare così lo spiaggiamento dei sette capodogli avvenuto il 12 settembre 2014.
Sul pericolo rappresentato dalle microplastiche ha messo in guardia l’Arta rappresentata dal direttore generale Francesco Chiavaroli e da Massimo Petrini. Quest’ultimo ha illustrato i risultati delle attività di campionamento svolte lungo il litorale abruzzese nell’ambito dei programmi europei di monitoraggio per la Strategia marina. Sulla necessità di modificare taluni comportamenti hanno insistito in particolare Alessia Felizzi, responsabile della riserva di Punta Aderci e Fabrizia Arduini, presidente del Wwf Zona Frentana-Costa Teatina.
Uno dei momenti più intensi è stata la liberazione della giovane tartaruga Ferox, portata al largo grazie al supporto logistico assicurato dalla Guardia costiera e dal Circolo nautico. La Caretta Caretta, curata e riabilitata dal Centro studi cetacei, è potuta quindi tornare nel suo habitat naturale. Un messaggio di speranza. (a.b.)
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