Il sindaco Umberto Di Primio in consiglio comunale

Chieti: caos in Comune, il sindaco rimane con un solo assessore / VIDEO

Nel giorno della verità sul bilancio, i "ribelli" di Forza Italia rimettono la delega e continuano a pressare Di Primio sul rimpasto in giunta

CHIETI. Caos in Comune a Chieti nel giorno del consiglio comunale decisivo sul bilancio: il futuro dell'amministrazione Di Primio continua a essere a rischio. Questa mattina, mercoledì 7 agosto, gli assessori _ tutti tranne l'assente Emilia De Matteo di Forza Italia _ hanno rimesso le deleghe nelle mani del sindaco. E Umberto Di Primio ha ritirato la delibera sul bilancio: il muro contro muro tra il sindaco e i "ribelli" va avanti a oltranza.

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Caos in Comune a Chieti, in Consiglio l'opposizione grida: "Vergogna!"
La protesta al termine della seduta che ha aperto la crisi nell'amministrazione del centrodestra (video gielle)

A chiedere un rimpasto di deleghe erano stati i 5 consiglieri dissidenti di Forza Italia, in contrasto con il sindaco ormai da mesi. L'obiettivo dei 5 _ Marco D'Ingiullo, Maura Micomonaco, Emiliano Vitale, Maurizio Costa ed Elisabetta Fusilli _ è togliere la delega al commercio da Carla Di Biase, invisa all'assessore regionale Mauro Febbo a causa della candidatura alle elezioni regionali del 10 febbraio scorso. Di Biase, però, passata a Fdi, resta in giunta: la riconsegna delle deleghe non equivale a un'uscita dalla squadra di governo. Gli assessori che hanno riconsegnato le deleghe sono: Di Biase, il vicesindaco Giuseppe Giampietro, Mario Colantonio, Antonio Viola, Alessandro Bevilacqua, Maria Rita Salute e Valentina Luise. "Con il trascorrere delle settimane", recita la lettera firmata in blocco dagli assessori, "nonostante l'approvazione del bilancio di previsione 2019, il clima non si è stemperato, dando così l'occasione alle opposizioni prima ed alla stampa poi di dipingerci come un gruppo ormai allo sbando". Nella lettera, gli assessori parlano di "alcuni burattinai" che muovono i fili delle polemiche: "Non possiamo continuare a prestarci a un gioco sporco". (p.l.)