Il consigliere comunale di Forza Italia Stefano Rispoli

Chieti, niente tassa di soggiorno: lo stop arriva dalla maggioranza

Dopo sette ore di discussione e bagarre sfuma in consiglio comunale l'ipotesi di una nuova gabella

CHIETI. La tassa di soggiorno non verrà applicata. Almeno fino alla prossima fase di confronto - soprattutto in seno alla maggioranza - in merito al bilancio comunale inerente alle annualità 2018-2020. Dopo sette ore di discussione e di bagarre, durante il consiglio comunale di ieri sfuma l'ipotesi di una nuova gabella. Mentre vengono approvati tra le proteste della minoranza i provvedimenti della delibera tanto discussa, quelli presentati qualche giorno fa dopo che la Corte dei Conti ha bacchettato il Comune sul rendiconto 2014. Dapprima la proposta del consigliere Bruno Di Paolo di Giustizia Sociale per fermare l’ipotesi della tassazione, emendamento che la maggioranza boccia, come respinta è l’idea di Di Paolo di introdurre un contribuito di solidarietà - a carico del sindaco e degli assessori - «pari al 10% della loro indennità mensile per sostenere così - e non con nuove tasse - le attività culturali cittadine». Poi la proposta di eliminazione della nuova ipotesi di tassazione dei consiglieri a 5 Stelle Ottavio Argenio e Manuela D'Arcangelo, che portano in consiglio ben 18 emendamenti alla delibera fatidica. Ma alla fine è proprio dai banchi della maggioranza che rispunta un emendamento per eliminare la paventata gabella. A esporlo è il consigliere forzista Stefano Rispoli e dalla minoranza esplode la protesta: «Ho proposto la stessa cosa, ma a me è stata bocciata» sbotta Di Paolo, mentre Argenio ricorda come «non si possano votare due volte emendamenti uguali». Da qui l'impasse, contando che la proposta presentata da Rispoli conteneva pure un altro correttivo, anch'esso dapprima già votato e presentato dal consigliere Marco Russo dell'Udc: quello per inserire nella delibera «la verifica della congruità degli affidamenti in favore della Chieti solidale, al fine di cercare una riduzione dei costi, senza incidere sulla qualità dei servizi forniti». Punto che passa e che, di fatto, ora sostituirà nelle disposizioni correttive la tanto discussa tassa di soggiorno.
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