Cliente perseguita un commerciante 

Scatta il divieto di avvicinamento per un teatino di 38 anni. La vittima: «Mesi di incubo». Misterioso il movente

CHIETI. Un cliente diventa lo stalker di un commerciante, arrivando a perseguitarlo ogni giorno con telefonate e minacce. Succede in pieno centro storico, a Chieti. Nei confronti dell’indagato, R.D.L., teatino di 38 anni, è scattata la misura cautelare del divieto di avvicinamento: come disposto dal giudice Isabella Maria Allieri, dovrà restare lontano dalla vittima e dai suoi familiari. Il motivo delle vessazioni rimane un mistero: neppure il negoziante è riuscito a spiegarlo ai poliziotti. Sul caso sta indagando la seconda sezione della squadra mobile, diretta da Miriam D’Anastasio.
Le denunce presentate in questura consentono di riepilogare la vicenda. L’esercente racconta che R.D.L., suo cliente da oltre un anno e spesso accompagnato dalla sorella, è solito lamentarsi per la qualità dei prodotti. Gli apprezzamenti diventano sempre più frequenti, anche alla presenza di altre persone. A ottobre del 2018 l’indagato comincia a inviargli numerosi messaggi telefonici, «molto ostili e rabbiosi». Passa qualche mese e il 38enne, non soddisfatto di un acquisto appena fatto, chiama i carabinieri e si rende protagonista di una sceneggiata dentro e fuori il locale, «rifiutandosi persino di ricevere una somma offerta dal titolare come risarcimento». Da questo momento, i comportamenti sono sempre più gravi. Il cliente minaccia di chiamare nuovamente il 112 e promette che gliela farà pagare: «Mio cognato», ripete, «è uno con pochi scrupoli. Non si fa problemi se deve tirare una testata o mettere le mani addosso a qualcuno». Non solo: «Mi ha detto», mette a verbale la vittima, «che sa dove abito, dove parcheggio la macchina quando sono a casa, dove abita mio figlio e dove immagazzino la merce». Il 38enne si fa trovare in modo ossessivo nei pressi del negozio, «sostandovi per ore e continuando a fare battute e apprezzamenti negativi». Poi cominciano gli appostamenti sotto casa del padre del commerciante. In un’occasione, la sorella dell’indagato mette fuoco al bidone dei rifiuti del negozio. L’esercente, in una seconda denuncia presentata a fine luglio, riferisce di ulteriori minacce. A questo punto, la procura chiede e ottiene la misura cautelare. Scrive il gip Allieri: «La condotta dell’indagato, fatta di vessazioni, di quotidiana presenza minacciosa all’interno del locale, di appostamenti, di molestie telefoniche, di danneggiamento creando nella vittima un forte stato di paura per la propria incolumità, per quella dei suoi familiari e per la sicurezza del negozio, verosimilmente oggetto di tentativo di incendio, appare integrare il reato di atti persecutori». Il pericolo che l’indagato continui a perseguire la vittima, secondo il giudice, è concreto alla luce di due considerazioni. La prima: il comportamento di R.D.L. «risulta protratto nel tempo nonostante due denunce e l’intervento delle forze dell’ordine». Il secondo motivo: i «precedenti specifici» dell’uomo. Stamattina R.D.L., difeso dall’avvocato Corradino Marinelli, potrà fornire la sua versione dei fatti durante l’interrogatorio di garanzia.