Cocaina per la movida Chieste maxi condanne 

A processo i fratelli Di Muzio, titolari di pub e ristorante, e un cameriere La Procura vuole pene pesanti: da 5 anni e mezzo di carcere fino a 9

CHIETI. La procura vuole maxi condanne per il giro di cocaina pura scoperto nei locali della movida di Chieti Scalo. Nove anni di carcere per Andrea Di Muzio, 6 anni per il fratello Simone e 5 anni e mezzo per Michele Montuori: sono queste le richieste fatte dall’accusa, rappresentata ieri in aula dal pm Giuseppe Falasca, durante il processo con il rito abbreviato davanti al giudice Luca De Ninis. La sentenza è slittata al prossimo 6 febbraio, perché il tribunale ha chiesto alla polizia di fornire chiarimenti sugli orari relativi ai fotogrammi di tre telecamere che, sempre secondo gli inquirenti, hanno immortalato Simone Di Muzio mentre spostava la droga tra i locali poco prima del blitz.
L’ACCUSA. Lo scorso 11 maggio sono finiti nei guai Simone e Andrea Di Muzio, 25 e 34 anni, il primo titolare del ristorante Bulldozer di via Pescara e del pub Wanted di piazzale Marconi, e il cameriere Michele Montuori, 25 anni. Scrive il pm Giancarlo Ciani, che ha coordinato le indagini della squadra mobile: «Gli imputati in concorso tra loro, al fine di cederla, detenevano 223,92 grammi di cocaina, utili per il confezionamento di 974 dosi, e 108,54 grammi di hashish, che avrebbero permesso di ricavare 297 dosi». Cocaina che, in base alle analisi, ha evidenziato un grado di purezza fino all’86%. Montuori deve rispondere anche di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale: per fuggire con 27 grammi di cocaina nascosti nelle mutande, ha cercato di investire un poliziotto e ha ammaccato la Golf della questura.
LA DIFESA. L’avvocato Vittorio Supino, che difende i fratelli Di Muzio, nel corso della sua arringa ha fatto presente che Andrea si è accollato tutta la responsabilità, mentre Simone è totalmente estraneo ai fatti: «Anche il tribunale del riesame dell’Aquila», ha rimarcato il legale, «aveva annullato il suo arresto rimettendolo in libertà». Al massimo, secondo la difesa, a Simone potrebbe essere contestato il favoreggiamento personale. L’avvocato Gianfranco Virzo, che assiste Montuori, ha invece sottolineato il ruolo marginale avuto dal suo cliente in questa storia di droga. Nelle scorse settimane il giudice ha respinto la richiesta di patteggiamento per il cameriere, che aveva concordato una pena di 3 anni.
GLI ELENCHI. Durante le perquisizioni nei locali sono spuntate - oltre alla droga - anche delle liste con nomi, soprannomi e numeri. Per l’accusa, si tratta dall’elenco dei clienti che compravano la cocaina. Per la difesa di Di Muzio, invece, in quei fogli sono riepilogati i rapporti con i fornitori: solo un elenco sarebbe legato allo spaccio, ma si tratterebbe di vicende già venute fuori durante una precedente inchiesta del 2015 che ha portato all’arresto di Andrea Di Muzio. In quell’occasione, il 34enne aveva nascosto in un garage dello Scalo 40 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e 37 proiettili.
LE CHIUSURE. La settimana successiva al blitz di maggio era scattata, su decisione del questore, la chiusura sia del Wanted che del Bulldozer. «È emerso», aveva scritto la questura in una nota, «che Simone Di Muzio, titolare e diretto esercente dei due locali pubblici, e gli altri due arrestati avevano realizzato un vero e proprio laboratorio per confezionare dosi di stupefacente destinate al mercato chietino».
L’ULTIMA UDIENZA. All’udienza di ieri hanno partecipato tutti e tre gli indagati, compreso Andrea Di Muzio: è stato accompagnato in tribunale dalla polizia penitenziaria di Pescara perché è attualmente rinchiuso nel carcere di San Donato per scontare una vecchia condanna diventata definitiva. Al momento della lettura dell’ordinanza del giudice è arrivato anche Montuori. Lo scorso primo dicembre il giovane è finito al centro di un altro fatto di cronaca, ma stavolta come vittima: è stato aggredito e accoltellato da un 31enne, Andrea Medved, all’interno della Galleria Scalo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA