Costi alti e iscritti in calo chiudono le Orsoline

Dopo 78 anni l’istituto Beata Vergine Maria cesserà la propria attività in agosto I genitori chiedono che vengano conclusi i cicli didattici già avviati

CHIETI. «A far data dal 31 agosto 2014, la scuola sarà definitivamente chiusa e la comunità religiosa ritirata». Il glorioso istituto Beata Vergine del Carmine di via Ravizza, gestito dalle suore Orsoline e punto di riferimento per la formazione cittadina dal lontano 1936, a fine agosto chiude i battenti. Almeno stando alla comunicazione inviata alle famiglie degli alunni dell’istituto a firma della madre superiora generale Luciana Spada.

I genitori, il Comune e la Provincia, però, si sono subito mobilitati per tentare di far concludere almeno i cicli didattici in corso trovando locali alternativi in città. Il prossimo anno non ci saranno di sicuro nuove classi, invece, del liceo della comunicazione come annunciato lo scorso anno. Quando le Orsoline avevano già anticipato la cancellazione del liceo scientifico, l’altro corso liceale presente nell’offerta formativa dell’istituto, a causa di una sensibile diminuzione degli iscritti e della vocazione che ha ridotto il numero delle suore docenti. Non a caso era stata instaurata una collaborazione con il movimento cattolico Comunione e liberazione per rimpinguare la pianta organica dei professori. Ma, a quanto pare, le cose non sono andate per il verso giusto come ammette la stessa madre superiora nell’accorata lettera indirizzata ai genitori, ai docenti, al personale e al consiglio d’istituto delle Orsoline.

«Purtroppo stiamo constatando che non ci è più possibile dare attuazione a questo progetto: la mancanza di utenza è il più evidente dei tanti e gravi ostacoli che, emersi nei mesi scorsi, rendono impraticabile», scrive la madre superiora generale, «il passaggio di gestione obbligandoci di conseguenza a decidere che la scuola sarà definitivamente chiusa».

Una notizia che è arrivata come un macigno ai genitori degli alunni delle Orsoline durante un’accesa riunione del consiglio d’istituto che si è svolta mercoledì pomeriggio nella aule dell’edificio di via Ravizza. Su cui, peraltro, gravano diversi vincoli della Soprintendenza ai beni archeologici che rendono difficoltoso ogni tipo di lavoro di messa a norma dell’istituto necessariamente da eseguire, di contro, per ottemperare alle nuove normative in tema di sicurezza scolastica. I costi di gestione dell’immobile, inoltre, sfiorano i 200 mila euro all’anno. Davvero troppo per le casse delle Orsoline malgrado le rette mensili pagate dagli iscritti. I genitori, comunque, non si arrendono.

Tra i più attivi il consigliere comunale del Fli Silvio Tavoletta che ha organizzato, in tutta fretta, un incontro nell’istituto con il sindaco e il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio. L’obiettivo dichiarato è quello di portare a conclusione le quattro classi di scuola primaria e le due di scuola secondaria di primo grado in altri locali che il Comune si è impegnato a reperire per non far scomparire le Orsoline in città.

L’istituto Beata Vergine del Carmine, a dire il vero, ha anche un plesso in via Scaraviglia allo Scalo ma gli spazi sono piuttosto angusti.

«Il Comune», assicura il sindaco Di Primio, «farà di tutto per andare incontro alle esigenze delle Orsoline, dei suoi studenti e delle famiglie».

Jari Orsini

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