<strong>Frane.</strong> Lavori per cinque milioni di euro, ma i quartieri del costone orientale sono a rischio

Crepe sulla loggia Ambling

Fenditure e tagli sul pavimento, residenti in allarme

VASTO. Cinque milioni di euro non sono bastati per mettere in sicurezza i quartieri che poggiano sul costone orientale. La città, che ricorda con terrore la frana del 1956, continua a dare segni di cedimento. L’ultimo sintomo è comparso nel centro storico: alcune fenditure e una profonda ferita sul pavimento della loggia Ambling, alle spalle della chiesa di Santa Maria maggiore.

La ferita si allarga in prossimità della Cappella della Madonna della Catena sulla passeggiata panoramica. «Sul camminamento si è aperto un taglio trasversale lungo circa 8 metri con il distacco del piano di calpestio», conferma il dirigente dell’Uffico Lavori Pubblici, Ignazio Rullo.
Il dirigente lunedì ha eseguito, su disposizione del vice sindaco Vincenzo Sputore, un sopralluogo sulla passeggiata. Il responso è positivo, ma la preoccupazione resta. «L’area è già stata sottoposta in passato a robusti interventi di consolidamento. Terrazzamenti e altre opere di consolidamento hanno ridotto la possibilità di frane importanti, ma non hanno eliminato gli scivolamenti», dice l’esperto. «È importante accertare a questo punto le cause del nuovo movimento verso il mare per stabilire il da farsi».

A giudizio dei tecnici del Comune le abbondanti piogge, che da quattro mesi cadono sulla città, hanno un’importante responsabilità nel dissesto. Non va comunque dimenticata la natura morfologica della collina vastese: strati di argilla sovrapposti a strati di sabbia.
Sulla parete collinare al di sotto della passeggiata dopo l’ultimo scivolamento è visibile il distacco di una parte del sostegno di cemento realizzato negli anni ’90. L’assessore regionale ai Lavori pubblici dell’epoca, Massimo Desiati, dirottò sulla città un maxi finanziamento di cinque milioni e 200mila euro per il consolidamento di una parte del costone. Per completare l’intervento sarebbe stato necessario un secondo finanziamento che non è arrivato.

«In compenso si è continuato a costruire», torna a rimarcare Ivo Menna, storico ambientalista della città. I residenti della Loggia Ambling e del quartiere di Santa Maria Maggiore sono ora preoccupati e tornano a puntare il dito sull’eccessivo sviluppo edilizio. L’aumento del carico urbanistico non ha giovato alla città. «Le colate di cemento autorizzate dal piano regolatore ereditato dall’amministrazione Lapenna hanno messo a dura prova una collina storicamente fragile», insiste Menna.
Nei prossimi giorni sono previsti nuovi sopralluoghi sulla Loggia Ambling realizzati dai tecnici del Genio Civile.